venerdì 5 febbraio 2016

Modello di casalinga numero 1: “Manager”

di Filomena Baratto

Vico Equense - Ho incontrato Maria a scuola, la mamma di una bambina di prima. Mi ferma nell’atrio e mi chiede se Luisa segue. Le dico che spesso si distrae, ma che è una bambina e pian piano capirà i tempi della lezione. Questa mattina Maria va di fretta più del solito e mi dice che deve andare a lavoro, in un a lavanderia, dove la proprietaria è sua un’amica e, visto che deve partorire, le ha chiesto di darle una mano con le altre al negozio. “Stavo così bene a casa, che adesso quasi non mi fa piacere uscire!” “Come mai? Di solito si preferisce uscire di casa la mattina!” “Io ho sempre preferito restare a casa e pensa già da bambina dicevo che volevo fare la casalinga!” “Cosa ti piace di questo lavoro?” “Il fatto che non ho un padrone, ma ne ho diversi, e questo è democratico, uno solo sarebbe stato un despota; poi posso prendermi i giorni liberi che voglio; faccio di tutto, senza fossilizzarmi su un solo lavoro, quindi non mi annoio…e poi mi piace quella tazza di caffè in santa pace alle dieci e mezzo di mattina, da sola, mentre con un occhio sbircio su fb e l’altro scrivo su whtsapp!”. “E’ una bella mole di lavoro, però, credo che nessuna più oggi voglia fare la casalinga!” “Si, tutte impiegate fuori casa! Poi tornano a casa e Caterina ha fatto tutto, ma non sanno nemmeno dove trovare l’insalata nel frigo! Amo fare la casalinga E poi non è proprio vero della mole di lavoro. Io, il lunedì chiamo mia madre per farmi aiutare a stirare, il martedì, giorno in cui i bambini escono più tardi da scuola, preparo le verdure per la settimana, così ho il contorno facile; il mercoledì sbarca mia suocera a casa per tenersi i bambini, mentre vado dall’estetista. Il giovedì non ci sono santi, vado in palestra alle nove, dopo aver accompagnato i bambini a scuola, per cui, la sera prima, la ciurma deve mettere tutto in ordine: giocattoli, vestiti, scarpe, per aver poco tempo di mattina. Se Marco vuole invitare qualcuno a cena, lo può fare una volta ogni quindici giorno, il venerdì, mentre il sabato è dedicato a me: parrucchiere, giro per il centro, caffè con le amiche, passeggiate. Di sera fuori con gli amici, i bambini dai nonni!” “Detto così, è una cuccagna!”
 
“La bravura è nell’organizzarsi” “Ma in cucina come te la cavi?” “ Visto che tutta la famiglia ha qualche un problema di alimentazione come l’intolleranza, tutti delicati di stomaco, facciamo il pranzo a tema: un giorno latticini, un giorno carne, un giorno pasta, un altro ricche verdure. Non si usa più mangiare tutto in una volta. Oggi si mangia una cosa per volta, anche i bambini, troppi grassi e stanchi.. E poi tanti semi di tutti i tipi!” “Bellissimo…e in casa come te la sbrighi?” “Marco si fa il letto grande prima di andare a lavoro, i bambini mi lasciano i letti scoperti così faccio prima al ritorno da scuola,dopo che li ho accompagnati, mamma mi dà un aiutino con i panni, in lavatrice si intende, metto tutto dentro e lavo bianchi e scuri senza che scoloriscano, e poi stende mammina!” “E adesso come farai andando in lavanderia?” “Sarà un disastro, mamma si dovrà trasferire a casa mia, altrimenti sarà un vero problema! Fortunatamente sarà un lavoro a tempo, altrimenti non saprei come fare!” “Lo credo bene, con tutti questi aiuti! E per le grandi pulizie? Come te la cavi?” “Ah, per quello c’è Carolina, la chiami la mattina e va via nel pomeriggio, una volta a settimana e lava vetri, le porte, le tende, i pavimenti. A sera la pago con i soldini messi da parte dai bambini che collaborano così alle spese di casa ed è tutto okkkkkkeeeeeiiiiiii!!!!!” “Sai Maria, anch’io volevo fare la casalinga, perché non è più il lavoro di una volta, ma più quello di una manager, basta solo organizzarsi, il resto viene da sé!” “Non proprio, devi solo fare la faccia tosta con tutti e lamentarti sempre, quelli si scocciano e ti aiutano…anche la mamma sai…se non sono convincente non viene mica!” Comincio a voler ricordare quando mi è venuta la bella di idea di insegnare. Stavo così bene a casa. Come hai detto che si chiama quella per le grandi pulizie?” le chiedo . “Carolina, cuoca sopraffina, la chiami al mattino e finisce la sera, pulisce, lucida e non molla fino a quando tutto brilla. La puoi avere al modico prezzo di 8 euro all’ora, è italiana, pulisce bene e Marco dice che la devo chiamare più spesso, altrimenti come proviamo a mettere in cantiere un maschietto? Dice che non mi devo stancare e, per accontentarlo, chiamo Carolina!” “Ah, ecco, questa è una buona idea!” Maria mi lascia ed io comincio a fantasticare che fare la casalinga sia il lavoro più bello del mondo: lucidare, pulire, ordinare… Mentre mi avvio verso l’aula, sento chiamarmi ad alta voce, mi giro, è Maria che mi ricorda: “Possibilmente, oggi pochi compiti, stasera andiamo a teatro e vanno dalla nonna, lei non può seguirli, domani quanti ne vuoi, andranno a doposcuola! Un abbraccio… e mi molla un occhiolino!” “Ecco”, penso, “volevo fare anch’io la casalinga!”.

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