martedì 2 febbraio 2016

Beneduce (Fi): “Diabete, blocco centri privati. Più ore ai diabetologi, soluzione inefficace. Nelle Asl equipe multidisciplinari coordinate dal case manager”

Regione Campania - “E’ inconcepibile che un’Asl possa interrompere l’assistenza convenzionata ai centri diabetici privati senza prevedere un riadattamento dei distretti pubblici, che, allo stato attuale, non sono dotati di specialisti sufficienti e organizzazione tale da prestare adeguata assistenza. La soluzione non può essere l’aumento delle ore ai diabetologi. Questi specialisti, infatti, non sono meri glicemologhi, ma sono case manager di equipe multidisciplinari e coordinano diverse figure professionali, dal nefrologo al cardiologo, dall’oculista al chirurgo vascolare, dal podologo al dietista e allo psicologo. Per la diagnosi e la cura è necessaria l’interazione tra questi specialisti e sarebbe inefficace pensare ad una risoluzione del problema aumentando alcune ore allo specialista diabetologo”. Così Flora Beneduce (Fi), consigliere regionale della Campania e componente della commissione che si occupa di Sanità e sicurezza sociale, durante l’audizione sull’interruzione dell’assistenza diabetologica nei centri privati convenzionati adottata dall’Asl Napoli 2 Nord. Flora Beneduce, componente dell’Ufficio di Presidenza e lei stessa medico diabetologo, insiste sulla necessità di organizzare l’assistenza in nei centri antidiabete con equipe multidisciplinari che garantiscono, come da linee guida, la completa assistenza, evitando ai pazienti lunghe trafile tra i distretti.
 
“Posso comprendere la ratio di contenimento dei costi che impone il blocco dei contratti di servizio di diagnosi e cura dei pazienti diabetici, ma trovo assurdo non aver predisposto un sistema alternativo nei distretti e negli ospedali dove insistono le strutture semplici – continua la Beneduce -. Il diabete è una malattia ad alto impatto sociale e non si possono ignorare le condizioni di oltre 15mila malati che hanno il diritto di curarsi. Dare risposte immediate significa prevenire e curare il danno d’organo. La centralità del paziente e del suo benessere non possono essere marginali. La soluzione non può essere rimandata. I diritti non possono attendere”.

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