martedì 17 novembre 2015

Guardie mediche a doppia indennità «Danni milionari»

Il decreto varato nel 2013 violava la legge: 0,88 centesimi all'ora. Devono essere restituiti 

Fonte: Titti Beneduce da Il Corriere del Mezzogiorno

La somma sembra risibile: 0,88 centesimi all'ora. Ma, moltiplicata per tutte le ore di lavoro svolte da tutti i medici impegnati nel servizio di guardia medica della Regione, si arriva a 10.113.063 euro. Ed è questo, appunto, il danno erariale che Corte dei Conti e Guardia di Finanza contestano a 50 persone: sette dirigenti regionali e 43 tra dirigenti e funzionari delle Asl. Tra gli «indagati» non ci sono politici o amministratori pubblici, ma dalle indagini è emerso che il decreto n.87 del 24 luglio 2013, che assegnava l'indennità di 0,88 centesimi oltre all'onorario professionale, violava la legge. E quando si è sparsa la voce che il Nucleo di polizia tributaria (Gruppo tutela spesa pubblica) aveva avviato verifiche e approfondimenti, è arrivato improvviso il contrordine: il presidente della Regione, Stefano Caldoro, commissario ad acta per la prosecuzione del Piano di rientro sanitario, ha emanato il decreto n.149 con cui tra l'altro ha disposto che quell'indennità era «depennata». Era il 24 dicembre 2014, vigilia di Natale. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore generale contabile Marco Catalano e vertono sulla «indennità di continuità assistenziale».
 
Una voce soppressa nel 2005 a seguito dell'introduzione di una ben più vantaggiosa «indennità omnicomprensiva» per effetto della sottoscrizione dell'Accordo collettivo nazionale (Acn), che però ha continuato ad essere liquidata dalla maggioranza delle Asl campane, fino ai nostri giorni. In buona sostanza, si legge in un comunicato delle Fiamme gialle, i medici hanno trovato, in modo del tutto illegittimo, entrambe le indennità in busta paga. A conferma di ciò c'è una sentenza del giudice del lavoro che si è espresso su un ricorso dei medici dell'Asl Na 2 respingendolo: la pretesa è stata ritenuta infondata perché la disposizione del 2013 è «viziata da evidente illegittimità siccome in contrasto con la disposizione normativa, che riserva alla contrattazione nazionale la disciplina del trattamento economico del personale sanitario a rapporto convenzionale». Gli accertamenti, coordinati dal tenente colonnello Andrea Pecorari con la supervisione del colonnello Giovanni Salemo, in un primo momento hanno riguardato la sola Asl Na 1. Successivamente, tuttavia, gli investigatori hanno deciso di estendere i controlli alle altre aziende sanitarie della Regione e hanno trovato una conferma ai loro sospetti. Le Asl hanno già avviato le procedure per la restituzione delle somme da parte dei medici, tra i quali serpeggia un notevole malcontento.

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