venerdì 2 ottobre 2015

Una nonna mai incontrata

di Filomena Baratto

Vico Equense - Oggi festa dei nonni che da diversi anni è entrata nel nostro calendario. Una festa doverosa visto che il nostro albero genealogico ne comprende quattro. Anch'io ovviamente, come tutti, ne avrei quattro e invece me ne ritrovo sei di cui due acquisiti. Di tutti i nonni ce n'è una di cui non ho mai parlato poichè non l'ho conosciuta, ma la ricordo sin da bambina nella sua bella cornice sul comò. Ogni volta che entravo in camera lei mi guardava, io le sorridevo, mi piacevano le sue guanciotte piene, ma non sopportavo di vederla in bianco e nero. Sembrava una nebulosa di cui a stento si riconoscevano gli occhi e la forma del viso. Assomigliava a mia madre, ma anche a mia zia, a volte mi dava l'impressione di essere io. Mia madre aveva raccontato di lei, della sua vita, e della sua morte. L'aveva avuta con lei in quella cornice sin da piccola, era diventata una reliquia e se si viaggiava, la prima cosa era mettere in valigia il ritratto. Siamo cresciute con lei vedendola per casa anche senza conoscerla, senza sapere del carattere nè della sua voce,... Poi le ho dato un carattere dalle cose ascoltate e dopo una forma: altezza, capelli, corporatura e infine un cuore che veniva fuori dalla conoscenza dei suoi parenti , tutti con tratti simili. Caratteristica particolare: la pazienza, la generosità, la bontà d'animo. Cosa può dirci un nonno da una foto, mai conosciuto? Me lo sono chiesta tante volte. Per esempio conoscendo la sua vita, comprendere un pezzo di storia, una persona, errori, dedizioni, radici da cui si viene. So che quella foto è sempre stata a casa, in un posto preciso come una matriarca. Noi avevamo il compito di mantenere fiori freschi nel piccolo vaso,del centrino più bello, mai un filo di polvere, sempre in bellavista. Ero legata a quel ritratto per quello che mi insegnava o mi faceva maturare con la sua continua e incessante presenza e capire che la presenza, anche se assente, è costituita da una continuità che dà valore come se fosse presenza. Ci sono presenze che sembrano assenze e assenze che non dicono nulla.

Lei era un'assente presente. Viveva le nostre abitudini e seguiva tutto quello che accadeva in casa. Eravamo noi a renderla viva pur non conoscendola o forse il fatto di non conoscerla ce la faceva vivere di più. Ora è toccata a me, è posta nella vetrina degli oggetti d'argento dove al primo piano ci sono i ritratti, quelli da cui non mi staccherei mai e anche lei è sempre al suo posto accanto a tante foto importanti. Qualche tempo fa sono stata da mia zia dove ho trovato lo stesso ritratto ma nel salone al muro come fosse la foto del Papa. E' stato bello mangiare in tanti a tavola con lei che sorvegliava. Credo che continuerà ad essere una presenza importante all'interno della mia famiglia e per me.

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