giovedì 1 ottobre 2015

Santissima Trinità e Paradiso, pool di esperti per accelerare l’acquisizione

Vico Equense - Uno studio di fattibilità tecnico-artistico per il restauro e la valorizzazione del complesso monumentale della Santissima Trinità e Paradiso. A realizzarlo un pool di esperti composto da: Aldo Aveta, ordinario di restauro architettonico e direttore della scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio dell’Università di Napoli; Alessandro Castagnaro, professore di storia dell’architettura e Pierluigi Aveta, architetto, esperto nella redazione di business plann e analisi di scenario. Un passo necessario per il trasferimento dell'immobile al patrimonio del Comune di Vico Equense. “Per il raggiungimento di questa finalità - spiega il Sindaco Benedetto Migliaccio - è necessario uno studio progettuale che definisca consistenze, criticità e potenzialità di detto complesso, anche per individuare non solo gli interventi indispensabili ai fini del restauro, anche strutturale, ma anche quelli di rifunzionalizzazione fondate sulla scelta di adeguate funzioni che non snaturino i caratteri storico-architettonici del monumento e che siano utili alla comunità vicana”, conclude il Sindaco Migliaccio. Il Team di esperti si coordinerà con i componenti della Cabina di Regia della Giunta comunale, individuando possibili attività capaci di generare sviluppo, non solo turistico, attrattività culturale e occupazione soprattutto giovanile. L’intento della Città di Vico Equense, e dell’unanimità del suo Consiglio comunale, è di acquisire e valorizzare “in mano pubblica” il Complesso seicentesco, evitando che prevalgano mire di privati. Per questo, sono molti anni che la Città investe in questo plesso, per evitare che vada in rovina. Che le sorti del complesso monumentale della Santissima Trinità e Paradiso stiano particolarmente a cuore alla popolazione lo testimoniano due petizioni sottoscritte da migliaia di cittadini, numerosi dibattiti pubblici e istanze provenienti da associazioni e residenti preoccupati per il destino dello storico ente risalente al diciassettesimo secolo. È stata proprio la petizione cittadina del 2010, con oltre 3000 firme, il primo importante segnale che ha scosso gli animi, a seguito della quale gli amministratori locali hanno avviato l’iter per chiedere l’acquisizione del complesso al patrimonio comunale.

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