martedì 6 ottobre 2015

De Luca-Bassolino, vent`anni di duelli inseguendo il potere tra Napoli e Salerno

Dalla rivalità nel vecchio Pci alla rottura definitiva nel 2005, storia di un rapporto difficile 

Fonte: Simona Brandolini da Il Corriere del Mezzogiorno 

Torna in campo Antonio Bassolino e con lui l'eterno match con De Luca. Manca solo che anche Umberto Ranieri si candidi per tirar fuori dalla naftalina la più classica delle diatribe: miglioristi contro ingraiani. Almeno nella guerra tra De Luca e Bassolino non bisogna tornare indietro di ere, fino ai tempi del Pci. Non c'è nulla di ideologico o politico. No, il rapporto tra i due è stato sempre complicato, ma a partire dal '93. Quando entrambi sono eletti sindaci in una stagione fortunata. Ma mentre l'afragolese vola sulle copertine di mezzo mondo, il salernitano al massimo troneggia su Lira tv. Insopportabile per un ego ipertrofico. È da quel momento che l'idiosincrasia manifesta nei confronti di Bassolino, coincide irrimediabilmente con quella per Napoli e i napoletani. L'altra faccia di una sorta di identificazione totale tra sindaco e città, che a De Luca fa dire: «Io sono Salerno» o roba del tipo: «L'urna con le mie ceneri m piazza della Libertà». Fin quasi a smentire se stesso, l'altra sera sul palco del Miglio d'Oro a chiusura della festa regionale dell'Unità: «Bassolino candidato? Dobbiamo cercare di trovare una candidatura unitaria nel partito e, possibilmente, nella coalizione». Solo qualche mese fa, quando il Pd campano tentava disperatamente di evitare le primarie, lo scalpitante De Luca:
 
«Qualcuno si aspettava un grande candidato che potesse scongiurare le primarie. Purtroppo non è arrivato, bisogna accontentarsi di quelli che ci sono. Il massimo che io posso offrire come candidato unitario è Gigione». n tratto comune a entrambi è che sono uomini che amano il potere. Su questo non ci sono dubbi. Due comunisti con due interpretazioni diverse. De Luca moralista (era pur sempre il Pol pot di Salemo), Bassolino da ingraiano si è identificato con le istituzioni, quasi a far dimenticare la sua appartenenza. D primo sanguigno, con un vocabolario tale da meritarsi la splendida imitazione di Maurizio Crozza. Difatti di intemperanza in intem- II primo sanguigno, ha sempre cercato lo scontro diretto, l'altro ha evitato di rispondergli peranza c'è un episodio che ha determinato la rottura vera tra i due. Con chiunque si parli, lo rammenta. È il 2005, festa dell'Unità di Agropoli. I giornali di allora titolano: «Campania, la guerra delle due Querele». De Luca spara ad alzo zero contro la gestione della sanità, dei rifiuti. Parla di questione morale: «In Campania se non si accendono i riflettori ci troveremo di fronte a una nuova Tangentopoli». Oppure: «Ci sono centinaia di medici per bene costretti a sfilare davanti alle stanze dei politici per difendere la propria dignità professionale. Medici ai quali dovremo tutti chiedere scusa». Finale col botto: «Ci sono troppi cafoni arricchiti nel nostro partito». Tutto questo mentre BassoImo, già governatore, e i dirigenti dei Ds sono sul palco, annichiliti. Quello è un punto di non ritorno. L'ex sindaco-governatore non gli risponderà mai apertamente. Per lui parleranno Gianfranco Nappi, all'epoca segretario regionale diessino, o Isaia Sales, il nemico numero uno di De Luca. Ogni volta che potrà Bassolino si toglierà un sasso dalla scarpa: per esempio ingaggia tutti gli «avversari» politici del sindaco di Salerno, da Andrea De Simone a Mario De Biase. De Luca, da par suo, farà polemiche su polemiche contro il «napolicentrismo» della giunta regionale. Storica un'altra frase del 2011: «A Napoli ci sono persone geneticamente ladre: ladri di camorra o ladri di pubblica amministrazione non fa differenza». Altro che Rosi Bindi e dati costitutivi. Nel frattempo Salerno, però, cambia. I totem del suo potere sono il Crescent (ora sotto sequestro) e Luci d'artista. Un po' come la Montagna di sale e la metropolitana d'arte a Napoli. Con le dovute differenze. Il contraltare è la salernizzazione di Palazzo Santa Lucia. Se De Luca ha rincorso Bassolino negli ultimi venti anni, imitandone anche la camera. Bassolino ha decisamente sottovalutato l'attuale presidente. Che nel frattempo e con parole sempre dure vuole ipotecare la candidatura a Napoli. «Io tendo a pronunciarmi quando le cose sono chiare — ha avvertito De Luca —. Ed è chiaro che parlerò e sarà un discorso duro ed ineludibile, come dura ed ineludibile è la verità su Napoli e la Campania». Siamo in attesa del prossimo round.

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