sabato 4 luglio 2015

Montepertuso, tra tradizione e devozione

di Anna Guarracino

Positano - È il 2 luglio. Tantissima gente di Montepertuso, frazione di Positano, e dintorni, si è raccolta nel Tempio della Madonna delle Grazie per la tradizionale festa del paese. In serata, la statua della Vergine delle Grazie ha percorso le stradine del paese, portata a spalla dai fedeli in processione, in ricordo dell’apparizione di Maria sul monte, ben raccontata nella antica leggenda del posto. Al ritorno, nel sagrato, all’aperto, è stata celebrata la Santa Messa. Solo più tardi i fedeli si sono preparati per la processione notturna, diretta alla montagna con il “pertuso” che altro non sarebbe se non un largo buco nella roccia causato dalla forza spirituale scaturita dell’indice della mano della Madonna, quando, apparsa sul monte, puntò il suo dito contro il demonio, lì presente, per sconfiggerlo definitivamente. La festa termina a notte fonda con i fuochi artificiali che ricordano, con luci e botti, la lotta tra il bene e il male e rappresentano il momento più esaltante e più emozionante della serata. Complice lo scenario suggestivo dei monti avvolti dalla tenebre della notte, essi danno vita ad uno spettacolo pirotecnico unico nel suo genere. Sono preceduti dall’illuminazione, con luci dai bagliori rossastri, della montagna bucata sulla cui cima fiammeggia un rogo ardente, alimentato a braccia dai fedeli del posto. Iniziano con un boato fragoroso che rompe il silenzio della mezzanotte e riporta alla mente dei presenti la leggenda:-"Si udirono inauditi tuoni”. Rievocano l’evento e difatti, improvvisamente appare, tra quelle luci rossastre, fuochi di colore diverso, a forma dell’immagine di Maria, proprio come narrato dalla storia: -“Apparve sulla montagna una luce bianca con al centro l'immagine di Maria e con il suo riflesso divino, presero calore e pace tutti i viventi”. Una voce dall’altoparlante rammenta l’episodio: -“Una ragazza di pochi anni udì una voce di tono materno che le disse: -Non aver più paura, il demonio è stato maledetto e i suoi sforzi contro questo monte sono finiti”.
 
Lo spettacolo dei fuochi prosegue, festoso e scoppiettante, senza tregua: ora si fa più intenso; gli spari dei botti si susseguono tra uno scoppiettio e uno scintillio di luci colorate. La rappresentazione è quasi alla fine: ora celebra la vittoria della pace; dona ai fedeli la gioia della festa e la serenità dell’animo; infonde la speranza della salvezza eterna. Che dire! Solo chi assiste a questo spettacolo può capire l’emozione del momento. A luci spente, con il ritorno al silenzio della notte, ormai inoltrata, non manca di sentire la voce del fedele di turno che sussurra: -“A memoria di questo evento religioso, rimane tuttora il “pertuso” nella montagna e… “la sagoma spezzettata del serpente maledetto, così perfetta che difficilmente la mano dell’uomo sarà capace di imitare”. La tradizione ora è devozione, è fede viva e tutto rimanda al prossimo festeggiamento.

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