domenica 26 luglio 2015

Distrugge la costa per i datteri

Non ha un volto e non teme nulla: una volta sfuggì grazie al mare in tempesta 

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino 

Sorrento - Appare e scompare. Forse è uno, magari sono cinque o addirittura dieci. Inconfondibili i segni che si lascia alle spalle: metri e metri di roccia distrutta, tra l'altro in un'area di pregio come i bagni della Regina Giovanna. È disposto a tutto pur di portare a casa chili di datteri di mare da rivendere a pescherie e ristoranti compiacenti. E puntualmente sfugge alle forze dell'ordine. Ecco l'identikit del predone che da mesi sta distruggendo uno dei tratti di costa più carichi di storia e naturalisticamente interessanti dell'intera penisola sorrentina. Per il datteraio della Regina Giovanna anche gli ultimi sono stati giorni di intenso «lavoro». A testimoniarlo sono gli attivisti del Wwf. Nel corso di un sopralluogo effettuato venerdì, gli ambientalisti hanno notato la devastazione compiuta lungo la costa tra i bagni della Regina Giovanna e la Solara. Uno scenario da incubo: decine di metri di roccia calcarea a tratti completamente «bianca» e a tratti ricoperta di alghe. Segno che una parte della parete era stata distrutta da poche ore, mentre la restante parte aveva subito la devastazione qualche giorno prima. I segni non lasciano dubbi. Eppure le forze dell'ordine non riescono a cogliere il datteraio sul fatto e ad arrestarlo. L'anno scorso ci era andata vicina la Capitaneria di porto. Sempre durante un sopralluogo, il presidente del Wwf locale Claudio d'Esposito aveva notato un uomo intento a rompere la roccia con un piccone per ricavarne i datteri.
 
Il leader degli ambientalisti sorrentini aveva immediatamente allertato la Capitaneria, che sul posto aveva inviato una motovedetta e due uomini via terra. Complice il mare agitato, però, il datteraio era riuscito a risalire, a cambiarsi i vestiti e a fuggire. Da quel momento il pescatore di frodo ha continuato a devastare la parete calcarea della Regina Giovanna, in piena zona C dell'area marina protet ta di punta Campanella, agendo praticamente indisturbato. «C'è un'evidente difficoltà nel controllo della costa - sottolinea Gaudio d'Esposito Nonostante operi tutti i giorni nello stesso posto, nessuno riesce ad assicurare alla giustizia l'autore di questo disastro ambientale cosi come i tanti pescatori abusivi che imperversano nelle acque di Sorrento».

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