lunedì 18 maggio 2015

Sanità Penitenziaria. Flora Beneduce e l'impegno per la tutela del diritto alla salute e la stabilizzazione dei precari

Vico Equense - “La dignità della persona va tutelata sempre, anche in regime di detenzione. Chi soffre per le costrizioni legate alla vita in carcere non può subire anche l’umiliazione legata all’impossibilità di curarsi”. Così Flora Beneduce, consigliere regionale della Campania e candidata nella lista di Forza Italia per il rinnovo del parlamento regionale, introduce un tema che le è particolarmente caro. Con i suoi tour nelle case circondariali ha sdoganato un problema che deve essere affrontato e risolto: la sanità penitenziaria. Le sue continue sollecitazioni non sono state ignorate e il governo centrale ha stanziato 165, 424 milioni di euro. Questi fondi saranno ripartiti tra le Regioni, tenendo conto della presenza degli Ospedali psichiatrici giudiziari e di Centri clinici, del numero di detenuti e dei minori a carico della Giustizia minorile. Flora Beneduce, vice presidente della Commissione Affari istituzionali, ha denunciato in diverse occasioni l’insufficienza di personale medico e paramedico e l’inadeguatezza o, peggio, l’assenza delle strumentazioni. “Nelle carceri si avvertono, in modo amplificato, i problemi legati all’insufficienza di risorse umane e strumentazioni – dice l’onorevole Beneduce -. Le difficoltà di diagnosi e cura si aggiungono ai drammi personali e familiari legati alla detenzione. L’essere umano è un valore, sempre e comunque”. L’onorevole Beneduce si sofferma anche sull’ onere psicologico sostenuto da medici e paramedici che lavorano nelle case circondariali, provando ogni giorno il disagio di un impegno faticoso, sia sotto il profilo fisico che emotivo, in condizione di precarietà.

“Ora la Regione Campania dovrà affrontare il problema del personale delle carceri, partendo dalla stabilizzazione dei precari – conclude Flora Beneduce -. Questo lavoro va umanizzato e il primo passo da compiere e la stabilizzazione. Da questa misura deriveranno benefici per chi offre un servizio e per chi lo riceve. Tanto la salute dei detenuti, quanto la stabilizzazione degli operatori in carcere sono elementi costitutivi di un sistema che non dimentica gli ultimi e che è davvero democratico”.

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