giovedì 14 maggio 2015

La lettera al Corriere del Mezzogiorno

Io, vecchia militante della sinistra annullerò la scheda 

di Luisa Cavaliere

Caro direttore, ho già ricevuto due lettere di invito al voto per le liste del Pd. Io annullerò la mia scheda facendo una scelta dolorosa. Sono stata educata, prima nella mia famiglia e, poi, nel Partito comunista, a considerare l'esercizio del diritto di voto come un gioioso modo di partecipare alla vita pubblica. So quanti sacrifici quel diritto è costato e lo ricordo senza retorica a me e a quelle e a quelli che ne sottovalutano il significato. Ma, so anche, che le organizzazioni criminali si nutrono di differenti forme di complicità. La zona grigia è molto più estesa di quanto si pensi o si percepisca e i confini sono molto più fluidi e meno presidiati di quanto la lettura corrente e il senso comune rilevino. Nella nostra regione si è verificato un drammatico, radicale cambiamento del quale ho la sensazione che si sottovaluti la portata. La sottovalutano gli intellettuali e la minimizza chi fa politica nelle istituzioni. Le liste sdoganano definitivamente ed esplicitamente la partecipazione alla competizione elettorale di significativi pezzi della camorra. Non fanno da argine neanche quelle parole e quella retorica che facevano da fragili barriere e nascondevano consumate connivenze. Questa perversa novità che investe il Pd, ipoteca la vita istituzionale mostrando la terribile malattia da cui è infettata. Se un candidato presidente dice «le liste erano troppe, il tempo poco e non è stato possibile controllarne la purezza», mostra di dimenticare che una politica della legalità esclude quasi automaticamente i suoi nemici e genera sistemi di controllo quotidiani e più efficaci di qualsiasi "indagine".
 
Dice che lui e il suo partito tendono ad adottare metodi inclusivi e non spartiacque solidi. Questo mutamento che compromette alla radice la dialettica democratica e il suo offrire la possibilità di scelta tra una concezione del mondo e un'altra, svuota il significato del voto. Svuota un diritto essenziale. Mostra a quale cosa misera si è ridotta la politica istituzionale. Per questo risponderò alle due lettere dicendo che non intendo votare e che la presenza di persone «perbene» nelle liste dei due schieramenti numericamente più significativi non riesce ad annullare il terribile effetto di una scelta di complicità che le rende sinistramente identiche. Nella risposta chiederò un gesto pubblico di dissociazione. Chi sa di essere estraneo anche alla zona grigia, chi ancora pensa che la politica sia uno straordinario modo per occuparsi del benessere di tutti e di tutte (e perfino della felicità sociale), si dissoci, denunci questo mutamento «genetico» che è avvenuto. Rinunci. Dichiari al mondo che la Campania non è grigia ne nera, ma piena di colori e di differenze. Gremita di donne e uomini che coltivano tutti i giorni, l'utopia di un cambiamento nella vita quotidiana »contrastano i soprusi, nutrono relazioni generose, scrivono parole piene di significato. A Roberto Saviano sono state fatte molte critiche (spesso guidate dall'invidia e dalla paura). Non tutto quello che scrive e dice è condivisibile. C'è nei suoi anatemi una tendenza giovanilistica a non cogliere le differenze. Ma Roberto Saviano ha dato prova, denunciando nella sua intervista la presenza della camorra nelle liste del centrosinistra, di una forza intellettuale che appare sempre più mercé rara e che da sola, se ci lasciassimo contagiare, potrebbe spostare l'asse terrestre. Ha sparigliato le carte. Deriso l'ipocrisia. Svelato quello che è sotto gli occhi di tutti e di tutte ma che, in tanti e m tante, non vogliono vedere. Il suo gesto definisce un tenue barlume di speranza che bisogna coltivare togliendo a questa politica qualsiasi consenso.

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