venerdì 1 maggio 2015

La festa del lavoro che non c'è

Vico Equense - Da oltre centoventi anni si celebra nel mondo la Festa dei Lavoratori. Il Primo maggio è una tradizione consolidata e condivisa, potremmo dire. Anche quest’anno i sindacati celebreranno questa Festa con sfilate, dibattiti, comizi, e ovviamente con l’ormai classico Concerto di Piazza S. Giovanni a Roma. Ma la celebrazione di questa giornata, è sempre sentita come anche solo pochi decenni fa? “Una volta – commentano Andrea Lauro, Natale Maresca e Claudia Scaramellino, consiglieri comunali di IN Movimento per Vico - il Primo Maggio era la festa dei lavoratori. Oggi avere un lavoro a tempo indeterminato è una fortuna, a fronte del 41% di giovani disoccupati, che sono in cerca infruttuosa di un'occupazione, di cinquantenni che perdono o hanno perso il lavoro, degli esodati. Comunemente si dice che è colpa della crisi e delle tasse. Forse sì, ma cosa dire di quelle aziende a capitale italiano, e anche straniero che vanno via dall'Italia, spostando altrove la loro produzione? E di una politica che costa ancora tanto? E degli stipendi dei superburocrati? E dei pochi controlli sui fondi europei che non danno lavoro, ma sono arricchimento per i furbetti del momento, ovvero quelli che "zappano" dovunque? Di chi evade il fisco per milioni di euro e priva lo Stato di fondi che potrebbero essere investiti nel lavoro? Di chi porta all'estero i suoi capitali o sceglie i paradisi fiscali? Dei pochi investimenti statali sulla ricerca? La Festa del lavoro che non c'è, è oggi la celebrazione di una mancanza drammatica, che rende impossibile la realizzazione del sogno soprattutto di molti giovani italiani. La constatazione di questa mancanza induce a riflessioni su insopportabili ingiustizie mai abbastanza perseguite, nella nostra Repubblica democratica che (fu) fondata sul lavoro.
 
Oggi si deve festeggiare il lavoro che ha dignità, tutto ciò che sa di precarietà e di "nero" è una sottospecie di lavoro, che toglie, con la forza morale e fisica, libertà al lavoratore, rendendolo vittima silenziosa e timorosa di perdere il poco che ha. Combattere contro queste sottospecie di lavoro è condurre una battaglia per l'uguaglianza e la libertà dei cittadini, implicita nella festa di oggi, che commemora con il lavoro, i valori garantiti ad ognuno nella nostra Carta Costituzionale”, concludono i consiglieri di opposizione.

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