lunedì 11 maggio 2015

Flora Beneduce: “Sostegno alla genitorialità. Le mie battaglie per la fecondazione eterologa”

Vico Equense - “Il sogno di essere madre non può arenarsi in pratiche burocratiche e in ingiustificabili ritardi normativi. Ieri tante famiglie non hanno potuto festeggiare il giorno dedicato alla maternità perché la regione Campania non ha ancora approvato una legge sulla procreazione medicalmente assistita e non ha introdotto le tecniche di fecondazione eterologa nei livelli essenziali di assistenza”. Il consigliere regionale Flora Beneduce, componente della V Commissione che si occupa di sanità e sicurezza sociale, sta portando avanti una campagna informativa – sostenuta dallo stesso presidente della giunta regionale Stefano Caldoro - su un diritto costituzionalmente sancito. Già lo scorso giugno, sull’eterologa, la Corte Costituzionale si è espressa in modo inequivocabile, affermando che il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo non può essere negato, soprattutto qualora sia stata diagnosticata una patologia che causa sterilità o infertilità “assolute ed irreversibili”. La Conferenza Stato-regioni, poi, a settembre, ha prodotto delle linee guida affinché le regioni legiferassero e si superasse la vacatio legis, attraverso l’attuazione delle disposizioni contenute negli indirizzi operativi del documento.
 
L’onorevole Flora Beneduce continua ad essere in prima linea in una battaglia di democrazia e di umanità, sulla quale la politica nicchia. “È necessario inserire le tecniche di procreazione medicalmente assistita nei Livelli essenziali di assistenza – continua l’onorevole Beneduce - . Alcune regioni hanno fatto un passo avanti e hanno inserito la PMA nel servizio sanitario regionale, includendo alcune prestazioni nel prontuario regionale. Poi, a proposito di centri, è necessario potenziare i centri di secondo livello, che attuano, oltre all’inseminazione, procedure progressivamente più impegnative, complesse e invasive in base al tipo di infertilità da affrontare, e quelli di terzo livello, che usano tecniche che richiedono l’anestesia generale”. Altre riflessioni sono poi legate ai costi. Nel 2009 il 23,4% delle pazienti che hanno effettuato tecniche di II e di III livello a fresco sono andate fuori regione, in particolare in Lombardia, Toscana e Emilia Romagna, rivolgendosi a strutture pubbliche o private convenzionate. Infatti, una fecondazione in vitro in una struttura pubblica costa 500 euro in Toscana. In Lombardia è del tutto gratuita, mentre nelle regioni meridionali si arriva a pagare fino a 2mila euro. “Questo stato di cose determina un risvolto di ordine economico – conclude l’onorevole Beneduce -. Se si calcola il numero di coppie andate in altre regioni e il costo che la regione di appartenenza è costretta a pagare alle regione che le ha accolte, si può vedere come ci sia una perdita secca in termini di denaro che esce dalle casse regionali e non rientra. Ecco, dunque, la necessità di dare alle coppie campane un’offerta sanitaria il più possibile omogenea e trasparente, che costruisca servizi di qualità ed eviti migrazioni. La Campania abbia il coraggio di sostenere la genitorialità. La PMA di tipo eterologo deve divenire una pratica riconosciuta. I diritti civili non si negoziano. In Consiglio regionale continuerò a lavorare per una legge che realizzi quello che per tanti è solo un sogno: essere famiglia”.

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