giovedì 7 maggio 2015

Flora Beneduce. Riflessioni su giovani e sport

Flora Beneduce
“La Cittadella a Scampia, un progetto di inclusione sociale e di contrasto alla criminalità” 

Vico Equense - Gli atleti sono l’espressione migliore dello sport, inteso non solo come attività fisica, ma come ponte di valori, allenamento al sacrificio e tensione a superare i propri limiti. La regione Campania riconosce l’importanza dello sport e lo promuove come componente fondamentale nella formazione di bambini e adolescenti, come espressione di benessere psicofisico e come forma di socialità. Abbiamo una legge regionale, la numero 18 del 25 novembre 2013, che sostituisce quella del 1979 ed è assolutamente all’avanguardia rispetto ai riferimenti normativi delle altre regioni italiane. È nata dal confronto con le associazioni sportive e con gli atleti, agonisti e dilettanti. Prevede più attenzione alla gestione e alla fruizione delle strutture sportive e dà maggiore attenzione al mondo giovanile, ai soggetti svantaggiati e ai diversamente abili. Gli sportivi lo sanno: le attività motorie e sportive, ricreative, educative ed agonistiche hanno anche una funzione sociale, in quanto concorrono al miglioramento delle condizioni psico-fisiche di chi le pratica. Il ruolo dello sport, quindi, acquisisce un ruolo fondamentale soprattutto nelle periferie, dove il degrado, la lotta con la povertà, i fenomeni di bullismo e l’affermarsi di baby gang affossano certi valori e conducono alla microcriminalità. Lo sport può e deve essere elemento di emancipazione. In quest’ottica rientra anche il progetto della Cittadella dello sport a Scampia.
 
Si tratta di un progetto che Gianni Maddaloni, il maestro di judo anticamorra, ha prima sognato, e poi perseguito, rivolgendosi direttamente al Governo per realizzare una struttura polifunzionale all’interno della caserma Boscariello. L’idea iniziò a diventare concreta. Fu eretto il muro perimetrale della caserma e furono fatti i vari allacciamenti di acqua, luce e gas. Con la spending review, però, i lavori si sono fermati. In maestro Maddaloni, però, non si è arreso e due anni fa ha contattato nuovamente il CONI a cui ha chiesto la diretta progettazione. Oggi il progetto sembra essere definito. Sul territorio di Scampia nascerà quasi sicuramente una struttura polifunzionale di 20.000 mq che risponderà alle esigenze di ogni sportivo e non solo. Questa struttura darà a Scampia nuove opportunità in termini di lavoro, economia e servizi. Insomma, si è sulla giusta strada per lanciare questa cittadella dello sport e della legalità. SPORT e LEGALITA’ sono le due parole-chiavi attraverso le quali Scampia intende rilanciarsi e staccarsi da quelle luride realtà di criminalità organizzata che ancora esistono tra le Vele e le strade del quartiere. Nella Cittadella dello sport, stando alle idee progettuali del maestro Maddaloni, ci saranno 4 ambulatori gratuiti, ossia dermatologia, ortopedia, chirurgia d’urgenza e prevenzione del tumore al seno. Verranno delle eccellenze del Secondo Policlinico: il Dott. Salvatore per la chirurgia d’urgenza, il Dott. Luciano Curci per l’ortopedia, il Dott. Gianfranco Cimmino per la dermatologia e per la prevenzione del tumore al seno il Prof. Adolfo D’Errico Gallipoli del Pascale. Queste eccellenze metteranno a disposizione la loro squadra e tutti quelli che non possono pagare potranno usufruire di questi servizi sanitari. Poi ci sarà un bocciofilo, dove gli anziani possono ritrovarsi; una ludoteca per bambini da 2000 mq che comprende anche spazi all’aperto (il tutto nella massima sicurezza per i piccoli); e poi vengono 4 palestre, di cui 3 palestre sono di 1000 mq per 5m di altezza e un’altra invece di 10m d’altezza che fungerà da piccolo palazzetto, una per le arti marziali, una per il fitness e un’altra per le ginnastiche e danza. Quella del palazzetto avrà campi di pallacanestro e pallavolo, e si faranno esibizioni di box o di judo o calcio a 5. I cantieri di questo progetto “monumentale” dovrebbero essere inaugurati entro dicembre e conclusi in un paio di anni. La Cittadella dello sport cambierebbe non solo la topografia di Scampia, ma anche il tessuto di questa periferia. Progetti di avviamento allo sport – e di legalità – sul modello della scuola di judo di Maddaloni dovrebbero essere avviati anche a Soccavo, Ponticelli e nelle aree periferiche dove è più facile che i giovani vengano fagocitati dalla criminalità. E dovrebbe esserci un lavoro sinergico di tutti i livelli istituzionali. Puntare sullo sport è ormai di una necessità, non solo sociale, ma anche economica. Proprio ieri leggevo un articolo sull’indotto economico legato allo sport e mi piacerebbe condividere i dati, in modo da offrire un ulteriore spunto di riflessione. “Nel complesso, il settore dello sport produce il 2 per cento del Pil complessivo dell’Ue, mentre l’occupazione complessiva generata dalle attività sportive è di 7,3 milioni di unità, pari al 3,5 per cento dell’occupazione complessiva nell’Ue – riporta l’articolista de La Repubblica - . Nonostante queste cifre impressionanti, però, impatto economico delle industrie dello sport è spesso sottovalutato, anche in termini di mercato del lavoro”. L’analisi è presto fatta: lo sport, in termini di mercato del lavoro, necessita di tante e diverse professionalità che in modo integrato concorrono alla riuscita dell’impresa sportiva e al suo sviluppo sul territorio e sul mercato globale: dalla gestione dell'impianto sportivo, ai centri di formazione per bambini e giovani; dai rapporti con gli sponsor e i partner a quello con i media; dalle professioni sportive più tecniche a quelle del marketing e della comunicazione; non ultime quelle legali, gestionali ed economiche. Inoltre, lo sport e il calcio possono fare da traino anche ad altri settori economici come il turismo. Mentre m altri Paesi europei lo sport inteso come business è un concetto sdoganato da tempo, in Italia e in particolare qui in Campania siamo ancora legati all'immaginario di "gioco"! Questo è il più grande limite in termini di sviluppo, ulteriore, di questo settore che, invece, potrebbe dare lavoro a tanti giovani. Il calcio, la pallacanestro, la pallavolo, il tennis o la ginnastica, le cinque discipline più praticate in Campania secondo l'ultimo rapporto del Coni, danno lavoro stabilmente a circa 45 mila persone attraverso 4.019 società, contribuendo a fare della nostra regione tra le prime a livello nazionale per economia dello sport. Ecco perché dobbiamo considerare lo sport una risorsa di socialità, partecipazione, inserimento sociale e lavoro. E dobbiamo avviare i giovani dalla pratica sportiva, che veicola valori, che dà benessere psicofisico e che, in prospettiva, può anche divenire occasione di formazione e professionalizzazione.

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