venerdì 8 maggio 2015

«Gomorra nelle liste di De Luca»

Duro attacco di Saviano. E Caldoro accusa: «Nelle strade di Salerno si spara» Lo scrittore cita un candidato di Casal di Principe. L'ex sindaco di Salerno: chi sa denunci in Procura 

Fonte: Simona Brandolini da Il Corriere del Mezzogiorno

Roberto Saviano (nella foto), in un'intervista all'Huffington post, spara a zero contro De Luca, le liste, il partito, la classe dirigente meridionale. «Nel Pd e nelle liste c'è tutto il sistema di Gomorra». E ancora: «Al Sud il politico da opportunità in cambio di consenso. E in questo De Luca è uno che ci sa fare. La politica dovrebbe essere altro». La replica british del candidato democratico: «Segnalate nomi sospetti alla Procura». E litiga su twitter con Caldoro. Il governatore: «A Salemo si spara». De Luca: «Sciacallo». Il segretario provinciale Carpentieri: «Serve una riflessione su liste e alleanze». Quando si tratta di Roberto Saviano, Vincenzo De Luca diventa inaspettatamente colloquiante, quasi un agnellino, ma furbo. Non si può dire lo stesso per lo scrittore. Che ieri, in un'intervista all' Huffington post, ha sparato a zero contro il candidato, le liste, il Pd, la classe dirigente meridionale. E quindi pure contro Matteo Renzi. Il punto di partenza è Casal di Principe. L'avversario politico di Renato Natale è Enrico Maria Natale, nelle liste a sostegno di De Luca. «Il nome più eclatante — dice Saviano — perché la sua famiglia è stata più volte accusata di essere in continuità con la famiglia Schiavone.
 
Negli anni Novanta hanno avuto un ruolo nel mondo dell'imprenditoria grigia. Questa candidatura a dimostrazione che De Luca non sta affatto cambiando il modo di fare politica in Campania». Poi la domanda: tè lo chiedo senza tanti giri di parole: nelle liste del Pd e della coalizione che sostiene De Luca c'è Gomorra? La risposta dello scrittore: «Ti rispondo senza giri di parole: assolutamente si. Nel Pd e nelle liste c'è tutto il sistema di Gomorra, indipendentemente se ci sono o meno le volontà dei boss. Il Pd nel Sud Italia non ha avuto alcuna intenzione di interrompere una tradizione consolidata. E cioè alla politica ci si rivolge per ottenere diritti: il lavoro, un posto in ospedale... Il diritto non esiste. Il diritto si ottiene mediando: io ti do il voto, in cambio ricevo un diritto. Il politico non da visioni, prospettive, percorsi, ma da opportunità in cambio di consenso. E De Luca, in questo, è uno che ci sa fare. La politica dovrebbe essere tutt'altro». Poco prima delle primarie democratiche Saviano fece un appello all'astensione, cui, una volta vinto, De Luca rispose (sempre inaspettatamente british): «Penso che Saviano, che rispetto, abbia sbagliato a fare quell'appello al non voto io non lo avrei fatto. Da lui mi sarei aspettato un appello alla partecipazione». Chiusa là. Ora invece? De Luca fa un interminabile preambolo: «Premesso che la lotta per la legalità e la trasparenza sono il punto di partenza di tutto il nostro programma; premesso che per noi la battaglia contro la camorra è stato, da sempre, un impegno di vita e di militanza sul campo; premesso che questo impegno è un vincolo irrinunciabile per Matteo Renzi e per tutto il Pd; ribadisco che chiunque ci aiuti in questa battaglia avrà la nostra gratitudine e potrà contare su nostre decisioni rigorose e conseguenti». Poi aggiunge: «Occorre, altresì, avere rispetto perle centinaia di candidati autorevoli espressioni della società civile, impegnati con noi nella campagna elettorale. Per il resto, è arrivato il momento di far vivere un principio di civiltà: ne mezze parole, ne frasi generiche, ma nomi, cognomi, fatti e denunce precise alla Procura della Repubblica. La lotta alla camorra si fa innanzitutto così». Nichi Vendola invece: «Ha ragione Roberto Saviano, sulla lotta alle mafie nel Sud e su quello che accade nelle liste De Luca: non ci siamo». E tra Caldoro e De Luca sono botte da orbi su Twitter. Il governatore: «A Salemo si spara, altro che sindaco sceriffo». De Luca: «Sciacallo».

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