sabato 9 maggio 2015

De Luca candidabile il Tar gli da ragione. Autocritica sui riciclati "Meglio farne a meno"

Respinto ricorso dei 5 Stelle che invocava l'effetto Severino. I giudici: con condanna non definitiva c'è solo la sospensione 

Fonte: Ottavio Lucarelli da La Repubblica Napoli 

Compleanno con brindisi per il via libera del Tribunale amministrativo regionale. Vincenzo De Luca festeggia con il suo staff la sentenza del Tar che boccia il ricorso dei 5 Stelle sulla sua incandidabilità e gli da ragione per la seconda volta in pochi mesi. La condanna in primo grado per abuso di ufficio non blocca la corsa di De Luca che se eletto resta però, in base alla legge Severino, a forte rischio sospensione. Il ricorso dei grillini è dichiarato "infondato" e nelle motivazioni della sentenza il Tar sottolinea che presupposto per le cause di incandidabilità è un provvedimento definitivo. I giudici pongono l'accento sul fatto che la stessa legge Severino stabilisce che le condanne «quando non sono definitive costituiscono causa di semplice sospensione di diritto dalla carica». La sentenza è ricca di riferimenti alla giurisprudenza della Corte Costituzionale e De Luca, lette le motivazioni, lancia subito un nuovo slogan: "A testa alta". Il candidato del centrosinistra alla guida della Campania festeggia e parla in terza persona: «Ancora una volta il Tar Campania da ragione a De Luca respingendo il ricorso dei 5Stelle contro di lui. De Luca, dunque, è candidato legittimamente, verrà eletto e governerà legittimamente».
 
La sentenza arriva nei giorni della bufera per le candidature di alcuni "impresentabili" nelle liste a lui collegate e l'ex sindaco di Salerno va all'offensiva: «È l'ora di dire con forza che disastro sono stati i cinque anni del governo regionale di centrodestra con quattrocento consulenti nominati direttamente dal presidente Caldoro sottraendo quindici milioni di euro l'anno dal bilancio regionale. Fondi che noi daremo direttamente a disabili e fasce deboli». Per De Luca è il giorno della festa, ma anche dell'autocritica contenuta tutta in un post su Facebook. Era meglio non candidare gli "impresentabili" ex fascisti e amici di Nicola Cosentino? «Forse sì — ammette il candidato del centrosinistra — per una questione di opportunità politica. Tuttavia nelle liste che mi appoggiano non c'è Gomorra, ma ci sono uomini e donne che lottano da sempre contro la camorra. Politici perbene, generali, questori, professori, imprenditori e tutta gente normale che cerca una Campania migliore e diversa». Torna a parlare in terza persona e accusa: «De Luca va fermato a qualunque costo. Non importa la sua storia di buon amministratore, la sua forza carismatica, la vittoria alle primarie. Va fermato per tré motivi. La legge Severino, dimenticando che la sospensione durerà un attimo, che la legge in quella parte verrà cambiata e che il sindaco di Napoli Luigi de Magistris in un caso analogo governa serenamente. C'è poi De Mita, dimenticando che è segretario regionale dell'Udc e che Renzi a Roma governa con l'Udc. Infine gli "impresentabili", ovvero 4-5 persone in liste collegate di cui nessuno parlava quando stavano con Caldoro mentre ora diventano dei mostri». È il giorno del Tar e dell'offensiva, ma De Luca resta nel mirino di tutti gli avversari. Il presidente ricandidato dal centrodestra, Stefano Caldoro, ribatte: «Sei una macchietta, pieno di contraddizioni». Mentre Angelino Alfano, a Napoli con il Nuovo centrodestra, accusa: «Gli impresentabili sono tutti a sinistra». E anche i 5Stelle, nonostante la sconfitta al Tar, hanno sempre lui nel mirino: «Con noi non ci sono ex fascisti o ex cosentiniani». Ma De Luca lancia l'ultimo appello proprio agli elettori grillini: « Non disperdete il voto. Esprimete la voglia di rinnovamento dando forza alla mia battaglia contro la politica clientelare».

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