venerdì 10 aprile 2015

Uno scatto di dignità del consiglio comunale

Aldo Starace
di Avv. Aldo Starace, portavoce de “In Movimento per Vico” 

Vico Equense - Di fronte allo smaccato, ennesimo tentativo di elusione della legge da parte del sindaco e dei suoi consigliori ( troppo spesso bocciati dal Tar, dal Consiglio di Stato e dal Giudice del Lavoro) voglio sperare che il Consiglio Comunale si ribelli agli ordini di scuderia e non dichiari la incompatibilitá della sua carica per lite pendente. Si tratta di un piano ben congegnato per farsi dichiarare decaduto dalla carica di Sindaco, evitare lo scioglimento del consiglio, affidare l'Amministrazione al vice sindaco sino alle elezioni del 2016 e potersi candidarsi al Consiglio regionale senza doversi dimettere. Insomma tenere due piedi in una scarpa, cioè conservarsi, in caso di mancata (probabile) elezione, la possibilità' di rientrare al comune come assessore. Un giochino già sperimentato da altri Sindaci. Ed allora perché sarebbe onesto e doveroso che il consiglio non si renda partecipe e complice di un misfatto, che potrebbe avere anche conseguenze sul piano penale, disobbedendo all’ordine del sindaco ? Innanzitutto perché questo è un disegno costruito ad arte cui hanno partecipato diversi pubblici funzionari. Ed infatti: 1) La comunicazione di avvio del procedimento finalizzato all'emanazione dell'ordinanza di demolizione é un atto endoprocedimentale, per cui non deve essere fatto alcun ricorso al Tar.
 
Lo sanno anche gli studenti del primo anno di giurisprudenza e, dunque, anche dalla figlia del Sindaco, l'avv. Angela Cinque, che però ha fatto finta di non saperlo, notificando, con encomiabile bravura e rapidità', il ricorso ad appena due giorni dall’ emanazione del provvedimento. Ma che l’avv. Cinque abbia fatto finta di non saperlo, é comprensibile. 2) L'avviso di avvio di procedimento per gli abusi edilizi non va emesso per pacifica giurisprudenza. È questo dovrebbe saperlo il geom. Michele Amodio. Ma anche lui ha fatto finto di non saperlo e questo non è comprensibile. 3) E’ sicuramente sospetto il controllo effettuato il 23 marzo 2015 da parte dei Vigili Urbani su un abuso, già sanzionato con ordinanza n. 69 del 22.2.2006, proprio in vista della scadenza del termine per la presentazione della candidatura a consigliere regionale del loro primo cittadino. Vi è però un motivo più importante per il quale il Consiglio dovrebbe opporsi al piano del sindaco, ineludibile, almeno per chi crede nella legalità. Dal ricorso del Sindaco abbiamo scoperto che il palazzotto alla don Rodrigo, di sua proprietà , composto da un piano seminterrato, un piano terra, un primo piano e un piano sottotetto, posto alle pendici del Monte Faito, cui si accede mediante un' imponente rampa, ricadente in zona 1/B del PUT di notevole interesse ambientale, é stato realizzato abusivamente. Ma quello che non comprendiamo sono i motivi per i quali le domande di condono edilizio n.26634 del 31.12.1986 e n.5762 del 28.2.1994 non risultano ancora esaminate. Per timore che il nulla osta ambientale possa essere negato dalla Soprintendenza? O per ritardare il pagamento dell'oblazione, degli oneri concessori e dell'indennità per danno ambientale, ammontante a decine di migliaia di euro? Ed ancora. Per quale motivi le tre unità immobiliari, nonostante siano ultimate ed abitate, sono tuttora accatastate al foglio 8, particella 1589, sub 1, sub 2 e sub 3, come F.3, ossia fabbricato in costruzione ? E’ forse un escamotage per eludere le tasse? E pensare che Gennaro Cinque si é anche atteggiato a convinto ambientalista quando – tutto tronfio - dichiarò ai mass media che l' abbattimento del mostro di Alimuri era un fatto storico. Un po' di dignità. Un po' di coraggio, cari consiglieri, eletti dal popolo per amministrare gli interessi pubblici e non quelli di uno solo, seppur Sindaco.

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