martedì 14 aprile 2015

Intervista a Nicola Cuomo. Sos Terme, il sindaco: "Intervengano governo e Regione"

Nicola Cuomo
Fonte: Stella Cervasio da La Repubblica Napoli 

Castellammare di Stabia - Il problema della disoccupazione non è locale: rivolgo " un appello a Caldoro e a Renzi perché aiutino Castellammare a salvare le Terme». Nicola Cuomo, sindaco Pd di Castellammare di Stabia è assediato da chi chiede lavoro nella città che in pochi anni ha perso posti nella cantieristica navale e ora negli stabilimenti termali che hanno chiuso i battenti. In linea con la crisi interna di altre amministrazioni campane, in questi giorni Cuomo ha visto le defezioni di alcuni consiglieri del suo partito, le dimissioni del presidente del consiglio comunale Idv Amedeo Di Nardo e l'uscita dalla giunta del cozzoliniano Nicola Corrado, assessore all'Ecologia e alle attività produttive. «Il fallimento delle Terme è dipeso dalla precedente amministrazione. Quando sono stato eletto, il 13 giugno 2013 ho trovato una situazione vergognosa, non erano neppure stati fatti i bi lanci e c'erano circa 4 milioni di debiti. Le Terme avevano già chiuso nel 2012». L'accusano di aver lasciato aumentare la disoccupazione. «È una strumentalizzazione. Il 3 dicembre 2013 ho messo in liquidazione le Terme e ho dichiarato il dissesto del Comune. Il 19 marzo il tribunale di Torre Annunziata non ha omologato il concordato che avevamo preparato, quindi c'è stato il fallimento. Ma tengo a sottolineare che al concordato avevamo lavorato tutti insieme, tutti avevano dato il loro contributo, compresi i consiglieri che ora prendono le distanze».
 
Quale sarebbe la ragione della rivolta nell'amministrazione, che proviene dal suo stesso partito... «Le vere ragioni non le conosco, probabilmente perché si profilava una ricomposizione della giunta già a fine dicembre». Che cosa chiedono i dipendenti? «Che la Sint, la società proprietaria delle Nuove Terme e totalmente partecipata dal Comune, le gestisca direttamente. Io sono contrario perché gli stabiesi rischierebbero di perdere qualcosa che fa parte del loro patrimonio, come è accaduto anche con la Multiservizi. I nostri avi avevano distinto la gestione dalla proprietà e tale distinzione dovrebbe restare. La Sint non ha il becco di un quattrino. Per questo ho chiesto un tavolo regionale e nazionale per sbloccare questa situazione». E lei che cosa chiede? «Non voglio essere io a far vendere il patrimonio cittadino. Caldoro batta un colpo forte, la questione terme non si può risolvere a livello locale, e a Renzi voglio porre il problema di un bene che da due secoli è occasione di lavoro per la città».

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