domenica 19 aprile 2015

Darvi zero è troppo!

di Anna Guarracino 

Vico Equense - Quello che nessuna televisione vi ha fatto ben vedere ve lo racconto io. Oggi, eravamo in tanti a Roma, in piazza SS. Apostoli, in rappresentanza dei lavoratori del mondo della scuola. Eravamo per lo più docenti con nomina di Rsu e Tass e tutti insieme, agitando le bandiere dei nostri sindacati confederati, abbiamo urlato la nostra rabbia contro un governo mediocre e sordo alle vere esigenze del paese e ai bisogni reali dei suoi cittadini. Sul palco sin dal primo mattino si sono avvicendati tutti i leader dei nostri sindacati della Scuola che, dando voce al malessere di tutti gli operatori scolastici, hanno esposto i motivi della rivolta che ci ha indotto a organizzare questa assemblea sindacale pubblica. Tra applausi e grida di condivisione ci siamo sentiti, oggi più che mai, uniti contro questo governo che con il disegno di legge sulla scuola invece di riformarla la deforma nella sua struttura portante peggiorandone irrevocabilmente la qualità. Brevi frasi, scritte su striscioni e cartelloni, hanno messo in rilievo i punti chiave del nostro malcontento: “Giù le mani dalla scuola”, “Salviamo la vera Scuola”, “I voti li mettiamo noi. Darvi zero è troppo!!”, “C’è solo un modo per svelare l’anima di chi governa una comunità: osservare come tratta bambini e insegnanti”, “L’istruzione non si svende”, “Le GAE vanno svuotate non eliminate”. Dunque è chiaro che non ne possiamo più di questa cattiva politica governativa che ci riserva fango mentre ci propone solo cattive riforme, velate di ricatti e minacce, e per questo abbiamo applaudito con vigore quando ci è stato comunicato la conferma dello sciopero generale unitario proclamato da tutte le sigle confederali dei sindacati della Scuola. Lo sciopero è previsto per il 5 maggio, una data metaforica per la sua connotazione storica e difatti, a partire da quel giorno, anche noi vorremmo ricordare il Ddl sulla riforma della scuola con le parole di manzoniana memoria “Ei fu”… ma solo per non ricordarlo più.

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