sabato 18 aprile 2015

Caro premier serve un`idea

Matteo Renzi
Fonte: Marco Demarco da Il Corriere del Mezzogiorno

Arriva Renzi e gli interrogativi posti dalla sua visita vanno dal livello terra terra del gossip politico a quello altissimo della dimensione epocale. Assisteremo alla stretta di mano, con relativa foto, con Vincenzo De Luca? Ci sarà il tempo per incontrare le ultime vittime della crisi, i lavoratori dell'Indesit di Carinaro? E riuscirà il premier a spiegare perché a Bagnoli, dove de Magistris ha convocato i sindaci anti-tagli, ancora non si riesca a nominare un commissario alla bonifica; o perché, di questi tempi e con questi chiari di luna, si debbano perdere finanziamenti utili al rilancio del porto di Napoli? Infine, questo rivoltare e rottamare l'esistente avrà come risultato anche un progressivo superamento del dualismo italiano? Con molta probabilità oggi Renzi acconsentirà al seine elettorale, ma eviterà di rispondere alla domanda cruciale su come il suo partito, in caso di vittoria, possa governare la regione con un presidente destinato alla sospensione amministrativa. Per il resto, vedremo quali risposte arriveranno. L'unica certezza è che oggi Renzi sarà a Pompei e che vedrà la Villa dei Misteri, con gli affreschi di recente restaurati, e il Quadriportico dei Teatri. Eppure, le attese sono molte.
 
Anche perché, quando il treno renziano si è messo m moto, poco è mancato che qualcuno pronosticasse per Napoli un futuro simile a quello di Guangzhou, l'antica Canton, dove Deng Xiaoping ha sperimentato le virtù del capitalismo, e dove il porto ha sostituito le antiche acciaierie. Del resto, per quanto assurdo possa apparire, a suggerire il nesso Deng-Renzi è in questi giorni Giuliano da Empoli, brillante consigliere del premier, autore di un saggio sulla nuova generazione alla prova del potere. Insomma, innovatore l'uno e innovatore l'altro, e come Deng aveva alle spalle il lungo letargo della rivoluzione culturale, cosi Renzi ha davanti il compito di portare il Paese fuori dalle secche della seconda repubblica: questa una delle tesi del libro. Ma Napoli non è Canton, su questo non ci piove. E in più qui poco o nulla si è visto delle grandi trasformazioni promesse. Il rischio, allora, è che la città esca da un libro e entri in un altro per diventare quell'«infundibulo cronosinclastico» di cui parla Eco nel suo ultimo romanzo. Crono, cioè tempo. Sinclastico, cioè incurvato dalla stessa parte in tutte le direzioni. E infundibulum è il nome che gli antichi romani davano all'imbuto. Insomma, una fessura nello spazio-tempo. Un enorme buco nero in cui tutto si perde.

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