domenica 15 marzo 2015

I trucchi dei sindaci per candidarsi

Fonte: Roberto Fuccillo da La Repubblica Napoli 

Si va in aula domani. Il consiglio comunale di San Sebastiano al Vesuvio è convocato per avviare la causa di decadenza verso il suo sindaco storico, Pino Capasso. In altri centri, ad esempio Agropoli, la causa ha già avuto la sua prima udienza, e ora si è in attesa delle controdeduzioni del sindaco. Non è una improvvisa sollevazione delle cittadinanze, semmai il contrario: ravvicinarsi delle elezioni regionali ha innescato la ricerca dei meccanismi con cui candidarsi in Regione senza perdere il controllo del Comune. Il deluchiano Franco Alfieri a Agropoli è stato l'antesignano. Ha fatto tutto lui: si è fatto comminare una multa per divieto di sosta, poi l'ha contestata con un ricorso e il contenzioso col Comune impone ora all'assemblea di contestarne l'impossibilità a proseguire il mandato. Ma la decadenza che ne scaturirà gli consentirà di candidarsi alla Regione e lasciare la sua giunta, col suo vice, in funzione. «Mica vado in una lista bloccata — ha detto qualche giorno fa alle "Iene", catapultatesi in Cilento — dovranno comunque votarmi i cittadini». Il consenso al di sopra della legge, insomma. Deluchiano è anche il sindaco di Fisciano, Tommaso Amabile. Gli viene contestata una incompatibilità per il fatto che la tesoreria del Comune è stata aggiudicata a una banca di cui Amabile è consigliere di amministrazione. Il risultato comunque non cambia: anche per Amabile c'è stata la prima discussione, anche lui può essere rimosso, ma lasciando la sua giunta in piedi. Capasso a San Sebastiano ha invece appoggiato Andrea Cozzolino alle primarie, ma vive una vicenda fotocopia di quella di Agropoli: multa, ricorso, possibile decadenza. Lui è lapidario: «Ho preso una multa e mi sono opposto. Punto».
 
Domani comunque si riunisce la segreteria del Pd, per discutere anche di criteri per formare le liste. Fuori dalla porta ci sono numerosi sindaci in attesa: Antonio Brasiello da Grumo e Domenico Giorgiano da San Giorgio, che però sono stati sfiduciati; Paolo Russomando a Giffoni, Fausto Pepe a Benevento, infine Stefano Pisani a Pollica, dove però non c'è nessuna limitazione di legge, essendo il paese sotto i 5000 abitanti. Nel frattempo il Pd recupera Massimo Paolucci, che rientra nel partito anche per «stringerci intorno a De Luca». Da Caserta invece Nichi Vendola conferma che Sei non ci pensa proprio: «Se De Luca si facesse da parte, si potrebbero riaprire le danze». Mal'obiettivo resta «arrestare la deriva del centrosinistra, ritentare la costruzione di un centrosinistra realmente alternativo». Insomma il Pd dovrebbe rinunciare non solo a De Luca, ma all'intero percorso che ha portato a sceglierlo. (ha collaborato Andrea Passaro)

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