martedì 2 dicembre 2014

Il sindaco di Meta sul dopo demolizione dell'ecomostro: «Zona intoccabile, sarà un’oasi naturalistica»

Giuseppe Tito
Meta - «Al posto dell’ecomostro troverà posto un’area naturalistica di pregio, ma occorre che la Regione e il ministero dell’Ambiente facciano la loro parte»: il sindaco di Meta, Giuseppe Tito, ha le idee chiare sul futuro di uno degli scorci più suggestivi della costiera. Come sarà valorizzata l’area? «Il Piano urbanistico della Penisola (Put) assoggetta la zona di Alimuri a vincolo di inedificabilità assoluta. Una volta rimosse le macerie, si potrà solo bonificare e sistemare l’area a verde. Sarà semplicemente un luogo bello da vedere sia da mare che da terra». Tutto presuppone la bonifica del costone: si farà? «Servono 5 milioni. Il ministero dell’Ambiente e la Regione devono impegnarsi concretamente stanziando parte delle risorse necessarie». Non si sente sostenuto da questi enti? «I segnali non sono incoraggianti. All’abbattimento ha assistito solo il presidente della commissione regionale per le bonifiche Antonio Amato. Il governatore Caldoro ha dato forfait e non ha inviato nemmeno l’assessore all’Ambiente. Stesso discorso per i sindaci degli altri Comuni della penisola sorrentina: tutti assenti». In quanto tempo potrebbe essere realizzata l’area naturalistica? «Anche due anni, se Ministero e Regione stanziassero i fondi. Il Comune di Vico Equense è riuscito a centrare l’obiettivo della demolizione in 10 mesi: con le risorse a disposizione, Ministero e Regione potrebbero fare tutto in un anno». C’è il rischio che Alimuri diventi terra di nessuno? «I Comuni di Meta e di Vico Equense vigileranno per mantenere l’area pulita e sicura. Alimuri non si ridurrà a discarica o ritrovo di sbandati». La demolizione dell’ecomostro e il restyling della spiaggia di Meta garantiranno benefici agli operatori? «Se il costone fosse bonificato, Alimuri potrebbe essere aperta ai turisti: a beneficiarne sarebbero non solo albergatori e ristoratori metesi, ma gli operatori di tutta la penisola sorrentina. E l’appeal del nostro comprensorio crescerebbe ulteriormente». (Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino)

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