martedì 9 dicembre 2014

Case dichiarate "male" al catasto, al via i controlli: il Comune di Vico recupera 300mila euro di Ici

Antonio Di Martino
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis 

Vico Equense - Un tesoretto che viene recuperato sotto l’albero di Natale e che va nelle casse di un Comune, come quello di Vico Equense, che si è visto tagliare i trasferimenti statali di circa il 23% nel giro degli ultimi 4 anni. Un bottino, pari a 300mila euro, che arriva dagli evasori della vecchia Ici, l’imposta sugli immobili andata in soffitta per l’entrata in vigore dell’Imu. Trecentomila euro. Una somma di tutto rispetto. «Che, senza fare bluff o proclami elettorali, contiamo di poter portare addirittura a 800mila nel corso dei prossimi anni» rilancia orgoglioso l’assessore al bilancio del Comune, Antonio Di Martino, che è stato tra i promotori di una stretta sui furbetti delle imposte, con un giro di vite che, pian piano, sta portando avanti la sua personale battaglia contro l’evasione fiscale. Al di là di un altro dato chiaro: a Vico Equense l’aumento della pressione tributaria è stata del +24% dal 2010 a fronte di una diminuzione del trasferimenti del -26% (dalla Regione sono arrivati fondi inferiori del 3%). «Quindi - osserva l’assessore - la città è praticamente, nella spesa corrente e di funzionamento, mantenuta direttamente dal territorio e proprio questa analisi ci ha convinto a mettere in campo forti azioni di recupero della evasione e soprattutto della elusione tributaria». Ed è qui che viene lanciato il progetto “Equità Tributario” che accende i riflettori su un problema vecchio: fari accesi sulla classificazione catastale non più attuale delle case. «Tanto per fare qualche esempio - spiega Di Martino - esistono delle abitazioni di altissimo valore commerciale, come ad esempio quelle poste in centri storici ma che hanno una classe catastale di tipo A4 o A5, classi applicabili a immobili senza servizi singoli e senza impianti tecnologici con imponibili catastali, sebbene rivalutati, molto bassi dell’ordine di 40-45mila euro su cui calcolare le tasse, mentre un’abitazione normale con categoria A2, casa residenziale, ha un imponibile rivalutato medio di 100-150mila euro.
 
Per esempio quasi tutte le prime case sono classificate A2 in quanto soggette a manutenzione o ristrutturazione o condono e conseguente nuovo accatastamento, mentre la stragrande parte delle categorie A4 e A5 sono seconde case e moltissime di esse case vacanze o fittate come case estive». Ad oggi però gli effetti del progetto di equità tributaria, fatto in house dall’ufficio tributi del Comune e la collaborazione preziosa di due geometri praticanti convenzionati con l’albo di Napoli, sta mettendo giustizia in questo campo: le abitazioni A2 sono passate da 3450 a 4.224 (+22,43%), le A3 da 1428 a 2.081 (+45,87%), le A3 da 2487 a 2272 (-9%), le A5 da 1253 a 751 (-40%) e le A6 da 230 a 138 (-40%). Tutto questo oltre ad essere giustizia sociale e tributaria porta un gettito di recupero non inferiore a 250mila euro e aumento strutturale delle entrate sulla casa che permetterà, a detta della giunta, di contenere le aliquote Ici e Tasi a tutto vantaggio per tutti cittadini. «In totale insieme ad altri tributi avremo un accertamento di elusione ed evasione pari a circa 800mila euro per gli anni accertabili - chiosa l’assessore -. Un lavoro necessario che forse non fa voti e consensi, ma che sicuramente fa giustizia, giustizia almeno tributaria».

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