martedì 9 dicembre 2014

Bollette pazze, è rivolta: "Non le pagheremo": chiesti 122 milioni per consumi idrici del 2006

Fonte: Antonio Ferrara e Roberto Fuccillo da la Repubblica Napoli 

È il regalo di fine anno. Si presenta sotto forma di "recupero partite pregresse ante 2012", una formula burocratica che accompagna migliaia di bollette inviate nelle ultime settimane dalla Gori, il soggetto gestore del servizio idrico integrato nell'ambito territoriale ottimale sarnese- vesuviano. Importi notevoli, dai 200 ai 500 euro e più, per coprire i 122 milioni che la Gori ha quantificato come credito da recuperare entro il 2017, di cui 61 nel 2014. Una doccia fredda per i 500 mila utenti dei 76 Comuni, serviti dalla Gori, che ricadono nell'Ato 3, da Casalnuovo all'area nolana fino a Mercato San Severino, alla penisola sorrentina e alla costa vesuviana. Bollette "pazze", nelle quali si chiede il recupero di soldi relativi agli anni 2006-2011, che «si sono accumulati — scrive la Gori — nel corso del tempo a causa dell'inadeguatezza delle tariffe deliberate dall'assemblea dell'ente d'ambito». In pratica, quelle tariffe deliberate dall'assemblea dei sindaci dei 76 Comuni, per la Gori «in quegli anni non assicuravano la copertura dei costi di gestione, con la conseguenza che l'azienda ha maturato un significativo credito». Ma da Marigliano a Castellammare, da Nocera Superiore a Portici è scoppiata la rivolta dei consumatori. Su Facebook è nata anche una comunità «Cittadini contro recupero partite pregresse ante 2012 di Gori», dove vengono proposti moduli per inviare reclami alla società e chiedere l’annullamento delle fatture. Associazioni come Codacons e Federconsumatori stanno organizzando capillarmente la protesta dei cittadini, curando la loro richiesta di annullamento del provvedimento in autotutela. Un primo passo, che si basa per l’immediato sulla insufficienza dei dati riportati in bolletta. Come sancito anche dal ministero dell’Ambiente in replica a un’interrogazione parlamentare del Pd Massimiliano Manfredi, il quadro normativo prevede «espressamente che i conguagli richiesti devono essere espressi in unità di consumo, devono essere evidenziati in bolletta separatamente dalle tariffe approvate per l’anno in corso, e deve essere specificato il periodo di riferimento ».
 
Sono tutte circostanze che invece risultano carenti. Ciò non toglie che esista il tema della retroattività di quelle tariffe. Qui la risposta del ministero fu negativa per i cittadini, perché sancì che i conguagli «sono quantificati e approvati dagli enti d’ambito». È ciò che avvenne nel 2012 in sede di Ato 3, dove la maggioranza dei sindaci dei 76 comuni dell’area sarnese e vesuviana votò a favore di quel recupero. Storia complessa, quella dell’Ato in una assemblea di sindaci, ma commissariata dalla Regione, che mandò a dirigerla un parlamentare di Forza Italia, Carlo Sarro. Lo stesso Sarro che nel febbraio 2014 poi mandò anche alla presidenza della Gori il suo ex collega di Parlamento, Amedeo Laboccetta, senza che i sindaci della zona, anche quelli del Pd, alzassero la voce più di tanto. Dopo sei mesi da quella nomina iniziò l’attività di recupero della Gori. Iniziarono subito le proteste, dalle quali nacque una decisione del giudice di pace di Marigliano che indusse Gori a sospendere tutto per trenta giorni. Scaduto quel periodo, la società è tornata alla carica, chiedendo ora il versamento previsto per il 2014 entro il 28 dicembre. Ma a monte ci sarebbe una errata lettura del voto dei sindaci del 2012. «Furono a favore del recupero, non dell’aumento - obietta il senatore Pd Enzo Cuomo, ex sindaco di Portici, che pure sulla intera questione chiese un chiarimento alla Authority per l’energia - in quella occasione anzi risultò che poteva esserci un abbassamento delle tariffe». Le partite dunque sono due: una riguarda il recupero di cifre non versate, su cui pure può allungarsi il tema della prescriquestione: zione da far valere, l’altra il fatto che questi crediti siano stati rivalutati secondo le tariffe in vigore dal 2012 in poi. Di «costi sovradimensionati» parlò anche Manfredi. E il governo gli rispose che effettivamente l’Autorità per l’energia aveva avviato ad aprile una indagine circa la «determinazione delle tariffe pregresse» e la possibilità che «siano stati inseriti costi sovradimensionati ». Ma secondo Cuomo «basterebbe un accordo fra Gori, Regione e Ato. In fondo la società ha iniziato questa riscossione a causa di vecchi crediti vantati nei suoi confronti dalla Regione». Tutto nasce dunque a Palazzo Santa Lucia, tutto potrebbe essere risolto là, con un accordo sui crediti, magari sotto l’albero.

Nessun commento: