giovedì 13 novembre 2014

Ecomostro di Alimuri, cinquant’anni di storia

Presentato questa mattina 13 novembre il progetto di demolizione dell’Alimuri. Lo scheletro di cemento il 30 novembre 2014 sarà ridotto in frantumi con una tecnica che prevede l’utilizzo di micro-cariche. Il Sindaco Gennaro Cinque: “Oggi vince la tutela ambientale sulla cementificazione selvaggia” 

Vico Equense - La campagna per la difesa del paesaggio messa in campo dall’Amministrazione comunale del Sindaco Gennaro Cinque, segna una tappa decisiva: la presentazione del progetto che spazzerà via 18 mila metri cubi di cemento che deturpano una delle spiagge più belle della penisola sorrentina. L’abbattimento è atteso per il 30 novembre, come annunciano il Sindaco Gennaro Cinque, il Vice Sindaco Benedetto Migliaccio e l’Assessore ai lavori pubblici Antonio Elefante, nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto di demolizione dell’immobile ritenuto illegittimo perché non conforme alle autorizzazioni rilasciate originariamente. A rilevare l’illegittimità è stato l’Assessore Elefante, che sin dall’inizio del suo insediamento nell’esecutivo del Sindaco Cinque si è occupato, con una delega specifica, del manufatto che da decenni deturpa il litorale vicano al confine con Meta. "Io credo – commenta Antonio Elefante - che la demolizione dell'Alimuri non debba avere alcun colore politico o di parte; non è la vittoria degli ambientalisti, né quella dei costruttori pentiti, ma è semplicemente il successo di tutti quelli che credono nei valori assoluti. La circostanza che questo sia stato possibile grazie all’intraprendenza e all’esperienza di un ingegnere definito “costruttore”, vuol rappresentare ancor più un messaggio e un insegnamento per le generazioni future che devono comprendere che la tutela del nostro ambiente e del nostro paesaggio deve camminare di pari passo con lo sviluppo sostenibile".  

La tormentata storia dell’ecomostro di Alimuri, comincia mezzo secolo fa: “Era il 23 novembre del 1963 quando– ricorda l’assessore Elefante - il Soprintendente di Napoli rilasciava l’autorizzazione ambientale per realizzare una costruzione sul mare, nella baia di Alimuri del Comune di Vico Equense”. Cento camere, piscina olimpionica, minigolf. Nel 1967 la licenza fu poi ridimensionata a 50 vani più accessori per un’altezza massima di 5 piani. Quattro anni più tardi, nel 1971, la Soprintendenza ordinò la sospensione dei lavori, ma un successivo ricorso, proposto dal titolare della licenza, fu accolto. Nel 1976 fu la Regione Campania ad annullare le licenze rilasciate dal Comune perché in contrasto con il Programma di fabbricazione, ma il Tar Campania, nel 1979, e il Consiglio di Stato, nel 1982, annullarono gli atti adottati dalla Regione. Dal 1986, anno cui risale l'ennesima sospensione dei lavori, per consentire il consolidamento del costone roccioso, l’edificio è diventato un punto di ritrovo ad alto rischio, tra i pilastri di cemento armato una vera e propria discarica. Col tempo aumenta la pericolosità, determinata dalla caduta dei massi dal costone e dalla corrosione del mare. Si avvia un lento crollo del solaio e la staticità della costruzione è sempre più compromessa. Nel 1985 la Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia vieta il transito e la sosta di persone e imbarcazioni negli specchi d’acqua antistanti, entro una fascia di 150 metri dal piede del costone. Nel 1987 è approvato il Piano Paesaggistico della penisola sorrentina e il discendente PUT (Piano utilizzazione territoriale) che individua l’area di Alimuri come zona di tutela ambientale di primo grado, con divieto assoluto di edificare e trasformare il suolo. Sull’area vige anche un vincolo idrogeologico e l’Autorità di Bacino del Sarno inserisce il costone roccioso retrostante alla struttura tra le zone ad alto rischio. Dal 2003 si susseguono incontri presso la Regione Campania ai quali prendono parte tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella vicenda per avviare un’azione complessiva volta alla riqualificazione dell’area per conseguire i seguenti risultati: consolidamento del costone, delocalizzazione della struttura, demolizione del manufatto, riqualificazione dell’area. Fino ad arrivare ad aprile di quest’anno: “Quel mese - continua Elefante - l’amministrazione di Vico Equense ha trovato il modo per mettere fine a mezzo secolo di storia dell’ecomostro. Questo evento rappresenta la vittoria della tutela ambientale sulla cementificazione selvaggia. In tutti questi anni sono stati fatti numerosi tentativi da parte di vari enti per giungere al traguardo della demolizione, tutti andati a vuoto. In realtà è stata seguita una strada sbagliata poiché basata su un presupposto falso. Si è sempre cercato l’accordo con i proprietari, dando per scontata la legittimità dell’opera. Abbiamo, invece, scoperto che l’immobile non è conforme all’unico titolo paesaggistico rilasciato nel ’63. Pertanto l’immobile è del tutto illegittimo”. Poco più di un mese fa il Comune ha annullato l’accordo stipulato nel 2007 tra la società Saan, proprietaria della struttura, la Provincia di Napoli, la Regione Campania, il Comune di Vico Equense, la Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici e il Ministero per i beni e le attività culturali, secondo il quale alla demolizione avrebbe dovuto far seguito la costruzione di un edificio dello stesso volume, su un altro sito da individuare. Abbattuto l’ecomostro, per il futuro, il Comune di Vico Equense intende rilanciare l’area senza contropartite per i proprietari. “Sgombriamo il campo: - precisa l’assessore all’urbanistica Benedetto Migliaccio - dietro questo intervento nulla può esserci poiché la zona di sedime, una volta liberata, rientra tra le aree a più elevato vincolo conservativo dell’intera area sorrentina-amalfitana, la zona 1A. È conseguenza ovvia che il PUC potrà localizzare in tale area solo previsioni coerenti con la normativa vigente”. L’intera operazione di abbattimento prevede un costo di 230mila euro in danno alla proprietà e avverrà in soli 50 giorni. Poco più di un mese e mezzo, dunque, per buttare giù lo scheletro di cemento attraverso l’utilizzo di micro-cariche. In tal modo si procederà in primo luogo con l’abbattimento della struttura, poi la messa in sicurezza del costone per consentire agli operatori di intervenire con la rimozione delle macerie e il ripristino dello stato dei luoghi. “È conseguenza ovvia – aggiunge l’assessore all’urbanistica - che il PUC potrà localizzare in tale area solo previsioni coerenti con tale normativa; ed esse sono anticipate nel documento di scoping all’interno della Blu Economy. Né tra le linee programmatiche del PUC vi è la costruzione di nuovi alberghi altrove.” Il 30 novembre, la data stabilita per la deflagrazione definitiva del gigante di cemento, si chiude un passato durato decenni. “L’azione portata avanti dall’Amministrazione comunale –conclude l’assessore ai lavori pubblici Antonio Elefante – serva da insegnamento alle generazioni future, per non commettere gli errori del passato e per comprendere che se si agisce con intelligenza, determinazione, serietà e onestà il futuro può anche essere migliore.” Al seguente link sarà possibile visionare il video di simulazione della demolizione dell'Ecomostro di Alimuri.

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