giovedì 9 ottobre 2014

Penisola sorrentina. Sequestrate e disattivate decine di postazioni dei bracconieri

Fonte: Antonino Siniscalchi da Il Mattino

Meta - Continua l'attività di prevenzione e repressione del bracconaggio sui Monti Lattari da parte del Corpo Forestale dello Stato di Castellammare di Stabia assieme ai volontari del Wwf Penisola Sorrentina e ad una guardia venatoria. L'ennesima operazione ha portato le notti scorse all’individuazione e allo smantellamento di numerose postazioni per il richiamo delle quaglie e al sequestro degli impianti elettronici: altoparlanti, batterie, cavi elettrici. Gli interventi mirati hanno per ora interessato le località: Monte Faito, Moiano, Arola, Montechiaro, Casanocillo, Vicalvano, Colli San Pietro, Colli di Fontanelle, le Tore, Torca. In Penisola Sorrentina il concerto notturno dei richiami per le quaglie è particolarmente attivo con l'approssimarsi della stagione autunnale sulla rotta strategica degli uccelli nei lunghi passaggi da nord a sud, in viaggio per far ritorno in Africa. Numerose le segnalazioni degli abitanti delle zone collinari, che non riescono a dormire a causa dei versi monotoni e ripetitivi, amplificati elettronicamente dai fonofili che riproducono, per l’intera notte, il verso delle quaglie da catturare, attraendole nei pressi della postazione e rendendole prede facili per il bracconiere che, alle prime luci dell’alba, andrà a cacciarle con fucile e cani. Spesso, per poter sparare anche nei giorni di silenzio venatorio o senza licenza, i fucili non vengono portati da casa ma sono nascosti nella montagna, dopo averne abraso la matricola, sotto i muri, in grotte o tra la vegetazione, assieme a centinaia di munizioni, costituendo un ulteriore grave pericolo.
 
Ma grazie all’abilità ed esperienza del Corpo Forestale dello Stato e dei volontari nelle notti scorse si è proceduto a disattivare e sequestrare numerosi impianti, occultati tra la vegetazione e saldamente ed abilmente protetti in vere e proprie casseforti/bunker apparentemente inespugnabili. Ormai la maggior parte di tali impianti in funzione sono rinchiusi in casseforti. Dopo i numerosi ripetuti raid dei Forestali, infatti, i bracconieri sono corsi ai ripari... Nelle casseforti nascoste nel sottosuolo della montagna, cementate nella roccia e chiuse da robusti catenacci, vengono custoditi sofisticati impianti e timer per l’accensione e spegnimento programmato dei richiami. Anche le campane, spesso del valore di pochi euro, sono spesso protette in piccole casse di ferro saldate ad arte e chiuse da catenacci. I fili elettrici sono abilmente interrati, anche per centinaia di metri. In alcuni impianti storici, individuati e disattivati in queste notti, sui fili interrati erano addirittura cresciute le radici di alberi ed arbusti!!! In località Pizzetiello, nel comune di Sant'Agnello, un amplificatore era letteralmente immerso, di sicuro da diversi anni, in una selva impenetrabile di cisti e rovi... L’impressione che se ne ricava è che ad ogni nuovo blitz i bracconieri ne escogitino di nuove. In località Borra, sul sentiero che conduce da Torca fino alla Marecoccola, è stata rinvenuta una vera e propria cassaforte da banca, pesante un quintale, con doppia parete in acciaio, posizionata in piedi in bella vista in un terreno... praticamente “quasi” inespugnabile.

1 commento:

enniovico ha detto...

Operazione meritoria da parte degli Organi preposti, ma bisogna fare di più, molto di più, ivi compreso comminare sanzioni decisamente più severe nei confronti dei responsabili diretti o indiretti Il bracconaggio è un'attività indicibile che, peraltro, si ha la pretesa di far passare come sport, quando è un oltraggio all'ambiente, alle varie specie di volatili che dagli e dagli si arriverà alla loro estinzione, ecc. ecc. Vorrei che da parte di tutta la comunità cresca la consapevolezza di una maggiore tutela verso questi esseri che possiamo definire i guardiani della natura, grazie.