martedì 21 ottobre 2014

La mamma di Ciro Esposito: «Vorrei vedere napoletani e romanisti insieme al San Paolo»

Antonella Leardi ha incontrato il sindaco di Piano Ruggiero e la Pro Loco cittadina 

Fonte: Metropolis

Piano di Sorrento - Grande commozione e il ricordo per un ragazzo morto mentre andava a vedere una partita di calcio. L’incontro tenutosi ieri a Piano di Sorrento, e organizzato dal Comune e dalla Pro Loco cittadina con Antonella Leardi, mamma di Ciro Esposito, però non è servito soltanto a ricordare quei tragici momenti di quel maledetto 3 maggio. Ma è stata anche l’occasione per capire come si può ripartire, tutti insieme, da quel fattaccio che ancora, che Ciro non c’è più, non è stato ancora risolto. Si cerca un assassino che però non porterà indietro il giovane tifoso azzurro scomparso quest’estate dopo quasi due mesi di agonia. Ed alle porte c’è la partita tra Napoli-Roma, in programma il 1 novembre. Un match più che mai delicato: «Vorrei che si giocasse in maniera tranquilla e soprattutto con le due tifoserie sugli spalti a seguire l’evento. Quella capitata a mio figlio è stata una disgrazia, non ho nulla contro i tifosi della Roma. Tra i primi a visitare Ciro mentre era ricoverato al Gemelli, di loro conservo anche una sciarpa donata a mio figlio - racconta Antonella Leardi con le lacrime agli occhi - sarebbe bello vederli al San Paolo». Antonella ha gli occhi lucidi quando parla del suo Ciro, strappato alla vita troppo presto e in un modo troppo orrendo. Mentre lo ricorda in sala, dove erano presenti oltre al sindaco di Piano Ruggiero e quelli della Pro Loco cittadina anche i responsabili del Napoli Club di Massa e Piano, c’è chi scuote la testa pensando ancora a quelle scene. Chi piange pensando a Ciro: «A tutti voglio dire - racconta Antonella Leardi - che mio figlio era un ragazzo tranquillo.
 
Aveva soltanto la passione per il Napoli. Il coltello non lo portava neanche per tagliare il casatiello o le frittate di pasta che condivideva con gli amici allo stadio. Si è trovato lì, nel momento sbagliato».Ma le ombre su quello che è accaduto a Tor di Quinto restano. Non c’è un assassino e ancora non si capisce perché in quel posto la polizia non ci fosse: «Queste, e non solo, sono le spiegazioni che dovranno darmi un giorno. Nessuno mi farà dimenticare gli occhi di Ciro quando, dopo la tracheotomia, cercava di comunicarmi qualcosa tramite gli sguardi. Lì ho visto la sofferenza. La fede, le persone sincere che sono venute a far visita a Ciro all’Ospedale e l’aiuto del primario del Gemelli Massimo Antonelli mi hanno aiutato molto». Anche il sindaco Ruggiero ha voluto ricordare Ciro Esposito: «Una tragedia bruttissima - ha detto il primo cittadino di Piano - quando ho visto la gente lanciare petardi all’interno dell’Olimpico mi sentivo un animale. Poi ho capito che non si agisce così. Spero che la storia di Ciro non resti indimenticata e che la gente che gli ha voluto bene in questi mesi continui a farlo in futuro».

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