venerdì 10 ottobre 2014

La Bibbia in napoletano di Don Matteo Coppola, stasera la presentazione in cattedrale

Don Matteo Coppola
di Claudia Esposito

Vico Equense - Oltre dieci anni di traduzioni dall’italiano al napoletano per un totale di più di tremila pagine suddivise in sette volumi. La collana della Bibbia e di Vangeli apocrifi con tanto di dizionario in dialetto, realizzata del sacerdote don Matteo Coppola, scomparso lo scorso agosto, sarà presentata stasera, alle ore 18.30, nella ex cattedrale della SS.Annunziata al Vescovado. L’appuntamento rientra nell’ambito delle iniziative «Incontra l’istituto» organizzate dall’Istituto superiore di Scienze religiose «Monsignor Raffaele Pellecchia» di Castellammare di Stabia per far conoscere al grande pubblico i temi d’attualità dibattuti nel campo delle scienze teologiche, filosofiche, umanistiche e storico-artistiche legate al territorio. Un evento che si avvale della collaborazione della Pontificia facoltà teologica dell’Italia Meridionale e dell’Arcidiocesi di Sorrento – Castellammare di Stabia. A presentare i volumi, editi dalla Nicola Longobardi editore e illustrati dalle immagini dell’artista Antonio Gargiulo, interverranno Salvatore Ferraro, docente di Lettere classiche che traccerà il profilo dell’autore, Lucio Sembrano, docente di Esegesi biblica e Adele Tirelli, docente di Materie letterarie. A presiedere il dibattito, l’arcivescovo della diocesi di Sorrento – Castellammare, Francesco Alfano. Nato nel 1939, Don Matteo Coppola, napoletano di nascita ma vicano d’adozione, diventò sacerdote nel 1963. Parroco di Pacognano, Moiano e Bonea, è stato anche rettore della ex cattedrale dell’Annunziata e padre spirituale della congrega dell’Assunta oltre che docente in diverse scuole della penisola sorrentina.
 
Da sempre amante del vernacolo napoletano, delle poesie di Salvatore di Giacomo e delle opere di Edoardo De Filippo, il sacerdote iniziò oltre un decennio fa a tradurre la Bibbia nel dialetto che è stato riconosciuto come lingua e patrimonio dell’Unesco. Una versione mai pensata da alcuno, nonostante il testo di riferimento della cristianità sia stato tradotto in ben 2403 lingue. Un lavoro certosino e impegnativo per avvicinare le Sacre Scritture al popolo napoletano, nato sulla scia della Costituzione Dommatica del Concilio Vaticano II, in cui si fa esplicita menzione di avvicinare i testi sacri alla gente. La poderosa opera di traduzione è stata anche insignita di prestigiosi riconoscimenti quali il premio «Masaniello» e il premio «Salvatore Di Giacomo», oltre ad essere stato spunto di numerosi incontri e convegni in tutta la Campania.

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