giovedì 9 ottobre 2014

Corteo in carrozzella per la scuola. In piazza bambini cui è negato lo studio

Diritti non garantiti e umiliazione

Fonte: Vincenzo Esposito da Il Corriere del Mezzogiorno

Napoli - Sara non va a scuola per risparmiarsi l’umiliazione di farsi pipì addosso in classe. Andrea resta a casa perché non può comunicare. Ciro, Vincenzo e Antonio sono sordi. Marina e Vittorio non vedenti. Nessuno li può accompagnare. Non hanno alcun diritto allo studio. Le loro storie sono la vergogna delle istituzioni che governano questa città che non riescono a garantire i diritti minimi dei cittadini più deboli. In questo caso i bambini e i ragazzi disabili. Ieri sono dovuti scendere loro in piazza. Un corteo di carrozzelle e adolescenti con bastone e guidati da amici e genitori che si è fermato davanti alla Provincia di Napoli, in piazza Matteotti. Davanti al palazzo in cui il 7 agosto scorso la giunta ha deciso di tagliare l’accompagnamento ai ragazzi disabili in nome della spending rewiew. Condannandoli, di fatto, a non andare a scuola. E sembra un particolare che non interessa a nessuno. Sulla carta sono seicento, in realtà, secondo Toni Nocchetti di «Tutti a scuola» oltre tremila. E’ lui che ieri a guidato la protesta in nome e in difesa dei suoi ragazzi ma anche in nome dei diritti minimi delle persone in una società civile. Il presidente Pentangelo dopo una prima telefonata in cui prometteva di porre rimedio alla decisione, non ha dato più notizie.
 
E l’assessore provinciale all’Istruzione Maurizio Moschetti, che ha votato il provvedimento, dopo la ottimistica visione espressa a inizio settembre è tornato nel silenzio. «Ogni impegno di spesa in materia di assistenza e diritto allo studio è sospeso perché non è stato ancora approvato il bilancio dell’ente, i cui termini sono stati prorogati al 30 settembre. Spero che da qui a venti giorni sia possibile trovare una soluzione». E Toni Nocchetti si ribella, coi suoi ragazzi. Il leader di «Tutti a scuola» accusa: «E’ dovere della politica trovare soluzioni altrimenti non so a cosa possa servire. Dunque non chiedetevi che ne è stato dei principi costituzionali, dell’articolo 3 e delle promesse dei nostri politici. A distanza 60 giorni da una delibera dal profumo di incostituzionalità e dopo inutili incontri con il presidente Pentangelo guardiamo terrorizzati alle prospettive di questi bambini . Sarebbe stato preferibile che questa classe politica avesse fatto qualche doccia gelata pubblica in meno questa estate per evitare quelle, numerosissime, che sta riservando adesso ai nostri figli disabili».

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