giovedì 2 ottobre 2014

Cinque camere abusive all'hotel del sindaco, il Tar conferma l'ordine di demolizione

Fonte: Metropolis

Meta - Cinque camere dell’hotel “Giosuè a mare” potrebbero essere abbattute perché destinatarie di un ordine di demolizione confermato “in primo grado” dal Tar. La settima sezione del Tribunale amministrativo regionale della Campania (presidente Alessandro Pagano) ha infatti respinto il ricorso presentato da Filomena Romano, legale rappresentante della società proprietaria dell’albergo e madre del sindaco di Meta, Giuseppe Tito, che risulta comproprietario - in minima parte – di alcune quote dell’azienda che attualmente amministra la struttura ricettiva (una volta eletto primo cittadino, Tito si è comunque dimesso dall’incarico societario). Il deposito della sentenza è stato notificato nella giornata di ieri agli avvocati delle parti. La madre di Tito aveva impugnato dinanzi al Tar l’ordinanza emessa dal settore urbanistica del Comune di Meta con cui si disponeva l’abbattimento di presunte opere fuorilegge e il conseguente ripristino dello stato dei luoghi. Il provvedimento del Comune di Meta nei confronti dell’hotel “Giosuè a mare” risale al lontano 2007, ovvero quando Tito non era ancora sindaco (è stato eletto lo scorso maggio). Poi l’avvio di una lunga querelle su cui si sono dovuti esprimere i giudici amministrativi di Napoli. Filomena Romano, madre della fascia tricolore, affiancata dal proprio avvocato Paola Astarita, ha comunque la possibilità di presentare ricorso al Consiglio di Stato a cui spetterà l’ultima parola sull’intera vicenda.
 
A giugno, la legale rappresentante della società che detiene l’albergo presentò una memoria difensiva spingendo affinché venisse accolto il proprio ricorso evidenziando ai giudici che, nell’identico atto con cui il Comune di Meta respinse la richiesta per una sanatoria, l’ente qualificò le opere oggi al centro del contenzioso non come “nuove” bensì come interventi di ristrutturazione edilizia. Ma il Tar ha invece dato ragione al settore urbanistica municipale. Il primo round quindi vede confermare in pieno le tesi del Comune di Meta rappresentato in giudizio dai legali Anna Iaccarino e Giovanni Pollio. Resta in ogni caso una situazione particolare, al di là degli elementi al centro del giudizio. Il Comune vince in giudizio una causa contro la madre del sindaco per abusi edilizi nell’albergo detenuto da una società di cui il primo cittadino è proprietario di quote. Tito, dal suo canto, si è sempre espresso con trasparenza sulla vicenda: «L’ente municipale assumerà tutti i provvedimenti dovuti e corretti con trasparenza e piena legalità» ha più volte precisato il primo cittadino, fedelissimo del Partito democratico. Al centro del contenzioso cinque stanze a servizio del “Giosuè a mare”, di cui due ricavate da un’area che anni fa era utilizzata come lavanderia. Nel mirino anche alcuni muretti di un metro d’altezza e una tettoia.

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