lunedì 1 settembre 2014

Il lido per i cultori della danza dove Violetta Elvin compie gli anni

Fonte: Francesco Vanessa da la Repubblica 

Vico Equense - Marina di Equa, proprio sotto Seiano, è un borgo marinaro all'antica, adattato con discrezione alla irrinunciabile destinazione turistica della Penisola Sorrentina. L'albergo che sta al suo limite, a ridosso della Punta Scutolo, ha nome omerico, Le Axidie, ed espone su una parete l'enorme timone ligneo dell'ultimo veliero della costa. Ed è qui il terminale di un continuo pellegrinaggio di nostalgici ed ormai maturi cultori della danza, che portano omaggio a uno dei miti storici di quell'arte, Violetta Elvin che vi dimora ormai da mezzo secolo. Era negli anni del dopoguerra la stella del Sadler's Wells Ballet di Londra, ove era arrivata da Mosca e che al culmine del successo slacciò le scarpette e se ne andò, per la disperazione di impresari e ammiratori e la felicità della giovane rivale che invano aveva sgomitato sino ad allora: Margot Fontayne. Si era innamorata di un giovane albergatore sorrentino dal volto scuro e dal cuore ardente, l'aveva seguito e sposato. Era il 1956. Ora è vedova, l'albergo lo conduce il figlio e lei ha smesso di nuotare d'inverno, dato che sta per compiere 91 anni. Sono andato per festeggiarla: da sovrintendente del San Carlo tentai negli anni Ottanta di riportarla nel mondo dell'arte, offrendole la cura del Balletto del Teatro, lei accettò e cominciò, ma ai primi scontri col sindacato tornò a Punta Scutolo. E' in forma stupenda, addirittura bella nell'aspetto – trucco meticoloso, ma leggero, pettinatura perfetta, eleganza sobria, portamento di classe – e vivacissima di intelletto. Si tiene al corrente delle cose del mondo leggendo al mattino il Daily Mirror sul suo IPad, parla un italiano perfetto e spedito, aggraziato da quell'accento russo che immaginavo fosse una invenzione ironica dei doppiatori italiani, nei film da "Ninochka" a "Il Concerto". C'era da lei anche Zarko Prebil, altro storico personaggio del mondo di Tersicore, maestro di danzatori illustri, dell'Accademia nazionale di danza, direttore di compagnie e mio compagno di avventura, una volta che ci infilammo in un impiccio al di là del muro di Berlino, ove eravamo andati per incontrare Vladimir Vassiliev. Anche questi, che non è più direttore del Teatro Bolshoi perché ha litigato con Putin, arriverà tra qualche giorno da Violetta per gli auguri. Nel triplo bacio alla russa con cui ci siamo salutati, ho avvertito ancora una piccola, ammirata sorpresa: la signora adopera un profumo che ricorda il suo nome.

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