giovedì 7 agosto 2014

Pronto il restyling alla cappella del Rivolo Majaniello

Sant'Agnello - Sono iniziati da alcuni giorni i lavori per il restauro della Cappella della S.S. Vergine Addolorata sita nella contrada del Rivolo Majaniello in Sant’Agnello lungo il Corso Italia. La Cappella Gentilizia, costruita nel XVIII secolo, grazie all’intervento del Parroco della Parrocchia dei SS. Prisco ed Agnello, sac. Natale Pane ed alcuni fedeli, ha ricevuto il beneplacito del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, tramite la Soprintendenza di Napoli con l’autorizzazione all’esecuzione dei lavori di restyling e di risanamento conservativo, dietro disponibilità della cortese gratuità dell’architetto Giovanni Mauro, il quale si è occupato personalmente dei progetti di recupero. Tali lavori commissionati alla Ditta Parlato Costruzioni, accreditata presso la Soprintendenza di Napoli, prevedono un intervento pari a 30.000,00 euro, la maggior parte plasmati dal contributo libero delle maggiori ditte santanellesi e peninsulari. Nasce, infatti, una campagna di sensibilizzazione diretta proprio dal sac. Natale Pane per la possibilità di ottenere anche una cifra simbolica scaricabile per lo più ai sensi della Legge n. 287 del 25/08/1991 per esser riconosciuta come iniziativa senza fine di lucro. I lavori hanno preso avvio da alcuni giorni e termineranno come da programma prima dei solenni festeggiamenti della SS. Maria Vergine Addolorata fissati per il 15 Settembre. Sono stati, inoltre, necessari attendere alcuni mesi per perfezionare alcuni dettagli con l'impresa aggiudicatrice dei lavori subito dopo l’autorizzazione all’esecuzione dei lavori di restauro ricevuti in data 15 ottobre 2013. Un progetto, quello del risanamento conservativo, fortemente voluto dalla Parrocchia dei SS. Prisco ed Agnello, impegnati, già da tempo, in un processo di salvaguardia e messa in sicurezza dell'artistico manufatto. Subito dopo i lavori verrà apposta sull’altare della Cappella storica l’effige su tela della Madonna della SS. Vergine Addolorata custodita da almeno due secoli dalla Famiglia Castellano.



CENNI STORICI: La Cappella Gentilizia è intitolata alla SS. Vergine Addolorata ed è sita lungo la strada principale denominata Corso Italia nella Contrada Rivolo Majaniello in Sant’Agnello, nelle vicinanze della casa comunale ed a poca distanza della Chiesa Patronale di Sant’Agnello. Non si conosce l’anno preciso di costruzione, ma la Cappella fu costruita agli inizi del Settecento su iniziativa degli antenati della Famiglia Castellano, sfruttando le maestranze locali per dedicare una Cappella votiva al culto della SS. Vergine Addolorata. Per la costruzione delle mura portanti della Chiesa, si utilizzarono le pietre in tufo locale grigio recuperate del costone tufaceo presente nelle vicinanze come d’altronde per molte costruzioni dell’epoca. All’interno della Cappella è custodita l’effige in un quadro decorato della SS. Vergine Addolorata posta sull’altare.

ORIGINE DEL CULTO DELLA VERGINE ADDOLORATA. La devozione della Vergine Addolorata si sviluppa a partire della fine dell’XI secolo, con un primo cenno a celebrazioni dei suoi 5 gaudi e dei suoi 5 dolori, simboleggianti da 5 spade, anticipatrici della celebrazione liturgica istituita più tardi. Quando un ignoto scrisse: “Il liber de passione Christi et dolore et planctu matris eius” iniziano le composizioni sul tema del Pianto della Vergine. Nel XII secolo, anche a seguito di apparizioni della Madonna, si ebbe un incremento di questo culto e la composizione dello Stabat Mater attribuito a Jacopone da Todi. Ma la sua storia ha inizio preciso il 15 Agosto 1233, quando sette nobili fiorentini iscritti all’Arte dei Mercanti e poeti-attori della compagnia dei Laudesi erano soliti esprimere il loro amore davanti un’immagine dipinta su parete di una via, come i giullari facevano con la donna amata. Improvvisamente videro l’immagine animarsi, apparire addolorata e vestita a lutto per l’odio fratricida che divideva Firenze. Questi giovani gettarono le armi, indossarono un abito a lutto, istituirono la compagnia di Maria Addolorata, detta dei Serviti e si ritirarono in penitenza e preghiera sul Monte Sanario. Alle origini essi pregarono la Vergine gloriosa regina del cielo perché Maria era nella gloria e la vedevano vestita della usa storia terrena di sofferenza e di privazione – l’abito di vedovanza, segno della sua passione sul Calvario. Con il passare dei secoli queste motivazioni dettero origine a varie espressione di devozione: la Madonna ai piedi delle Croce; la Compagnia dell’abito; la Confraternita dei Sette Dolori approvata da Roma nel 1645; il Terz’ordine; la Corona dell’Addolorata; le varie Congregazioni femminili dell’Addolorata, etc. Tra il 1668 ed il 1690 le iniziative di culto da parte dei Servi di Maria, favorirono la diffusione del culto della Madonna dei Dolori. Intanto il 9 giugno 1668 la S. Congregazione dei Riti permise all’ordine di celebrare la messa dei Sette Dolori della Beata Vergine. La devozione per l’Addolorata, tra le popolazioni mediterranee, è tra quelle più sentite tra i culti mariani, forse perché la mostra nella sua condizione più umana. Alcuni dei riti sono diversi da paese a paese, ma quasi tutti riportano lo schema dell’Entierro al venerdì Santo preceduto al giovedì dalla processione dedicata all’Addolorata.

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