mercoledì 13 agosto 2014

Marijuana fai da te, Lattari "aggrediti" dagli inquirenti: l'affare si sposta in penisola sorrentina

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis

Penisola sorrentina - Le colline di Sorrento e dintorni, non da oggi, sono sotto la luce dei riflettori. E non solo perché qui, lontano da smog e traffico, si può andare tranquillamente a caccia dei sapori di una volta in ristoranti e trattorie di campagna, respirando aria pulita nel cuore della natura, nel bel mezzo di un’estate fondamentale che imprenditori e tour operator dicono sia migliore rispetto a quella di un anno fa, come presenze e anche incassi legati al turismo. Per le forze dell’ordine, il ritrovamento di 8 piantine di marijuana con mezzo chilo di semi di canapa nascosti nel fondo di un casolare di Priora a maggio e le due piantagioni scovate a Seiano nei giorni scorsi rappresentano senza alcun tipo di dubbio fatti nuovi. Che di conseguenza vanno ad aprire scenari differenti dal solito. Perché le piste battute dagli investigatori aumentano. Così come avviene da tempo sul versante dei Monti Lattari, le forze dell’ordine stanno tastando palmo a palmo i polmoni verdi della penisola per mettere alle strette chi coltiva erba nei propri terreni, rintracciando le zone dove vengono nascoste le piccole piantagioni e, soprattutto, escludendo o eventualmente confermando potenziali collegamenti tra contadini, acquirenti e pusher in grado di piazzare l’erba sul mercato scongiurando approvvigionamenti da effettuare lontano dalla Terra delle Sirene. E al di là delle location neutre che rientrano in aree del demanio. Una dinamica decisamente importante, a Sorrento, nella lotta al consumo e al traffico di sostanze stupefacenti. Le informative sono tante, le fonti confidenziali altrettanto.


La morsa delle forze dell’ordine, dunque, non si avverte soltanto per strada, in centro, nelle notti clou di una movida dinamica, che non dorme mai, che bada a divertirsi. E neppure sulla Statale 145, l’unica lingua d’asfalto tra Sorrento e i centri di spaccio dell’hinterland napoletano che è presidiata ovunque, da uomini, volanti e gazzelle. Un sistema di sorveglianza continuo, molto intenso, che nel corso degli anni ha portato a valanghe di fermi, arresti e denunce per corrieri pizzicati al ritorno dalle capitali dello spaccio pieni di «roba» da rivendere subito, ai migliori clienti. Polizia, carabinieri e finanza sanno fin troppo bene che la Sorrentina è il tracciato ideale per far viaggiare in entrata e in uscita la droga. Dispositivo che ha sempre e comunque funzionato al meglio mandando presto in tilt la filiera delle «sentinelle» e dei «pali», in prima linea lungo i tornanti della 145 con il compito di coprire le cavalcate degli spedizionieri. A confermarlo anche i dettagli della maxi-inchiesta «Lucignolo» di carabinieri e Procura della Repubblica di Torre Annunziata messa a segno alcuni mesi fa che fece calare la serranda a una presunta holding dello spaccio. Ma adesso, il timore che – almeno per la marijuana – si preferisca badare a riempire le colline con coltivazioni autonome, indipendenti, è concreto. E le frazioni di Sorrento e comuni vicini, insomma, finiscono nel mirino degli inquirenti determinati a scovare i nuovi canali di approvvigionamento per chiuderli definitivamente. Anche perché il versante verde dei Monti Lattari, durante gli anni, è stato “aggredito” con forza dai militari. Piantagioni scoperte e bruciate, polmoni che offrono terreno per la marijuana ce n’è ma è troppo esposto. Dunque le montagne della penisola sembrano poter rappresentare le oasi migliori per chi intende spostarsi di qualche chilometro pur di far diventare belli grossi i frutti di un’attività fuorilegge.

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