lunedì 18 agosto 2014

L'ex sindaco Gian Michele Orlando dice no alle slot machines

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis

Sant’Agnello - «Questa sera ho dovuto aiutare un cittadino di Sant’Agnello, sulla cinquantina e padre di famiglia, a fare benzina a un distributore automatico a una vecchia e sgangherata Vespa 50. Era alquanto scosso e non riusciva ad inserire una stropicciata banconota da 5 euro al self-service. Dopo il “rifornimento” si è quasi scusato dicendo che aveva appena perso mille euro (dico mille euro) in una sala giochi lì vicino. E’ una tragedia continua, servono controlli serrati per evitare il peggio. L’amministrazione deve fare qualcosa. Così non si può andare avanti». E’ il racconto shock di un ex sindaco come Gian Michele Orlando che si è sempre battuto contro il gioco d’azzardo. E’ la sua verità scovata “sul campo” su una piaga che ormai sta dilagando, come un’emorragia inarrestabile che fa vittime, in silenzio. E che sta mettendo sul lastrico migliaia di famiglie, anche a Sorrento e dintorni. E’ la battaglia per la legalità di un amministratore che, nonostante oggi occupi i banchi dell’opposizione, non esita a invocare un giro di vite su chi continua a proporre ai clienti le macchinette infernali, magari aggirando in poche mosse la normativa comunale che vieterebbe il gioco a tarda sera. Serve una scossa. Serve una presa di posizione. Netta. Una sterzata. Che possa scacciare via, definitivamente, anche le ombre, i coinvolgimenti, gli interessi. A partire da quelli legati a doppio filo tra sale giochi e gestori, quelli veri e quelli presunti.
 
A partire da Sant’Agnello. Gian Michele Orlando ci mette un attimo a riversare come un fiume in piena, sul social network Facebook, i dettagli dell’incontro – casuale – con chi purtroppo rischia quotidianamente di perdere tutto mettendo nelle mani delle slot machine i guadagni di una vita. Arnesi infernali che nonostante la crisi, la spending review e le difficoltà legate a un momento drammatico per il Paese, purtroppo rimangono indistruttibili rappresentando una sorta di attrazione fatale e maledetta per giocatori che sognano di sbarcare il lunario soltanto attraverso una combinazione vincente che, spesso, resta un miraggio di mezz’estate. «La sala giochi funzionava indisturbata anche se era circa mezzanotte (ben due ore oltre l’orario di chiusura previsto dall’ordinanza sindacale) – scrive Orlando evidentemente riferendosi all’attività teatro della perdita dell’uomo che ha incontrato alla stazione di carburante – E’ una vera vergogna e mi chiedo come possano i responsabili di queste tragedie familiari mettere stanotte la testa sopra il cuscino. Chiederemo conto ai vigili urbani dei controlli che hanno sinora effettuato su tali attività. Non è possibile che una sala giochi debba funzionare in barba ad ogni regola».

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