giovedì 17 aprile 2014

Vico Equense – SS. Trinità, riceviamo e pubblichiamo la lettera di Vincenzo Esposito, Presidente dell’Ente

Gentile Direttore,
a proposito delle vicende dell’Istituto SS. Trinità, ogni tanto qualcuno mostra preoccupazione che la sua esistenza e gestione possa essere compromessa da conflitti di interessi tra il Comune e l’Ente, a causa del ruolo che i membri del Consiglio di Amministrazione svolgono nell’ Amministrazione comunale. Forse è opportuno chiarire che tra l’Istituto e il Comune, vi è sempre stata fin dalla fondazione commistione e convergenza di interessi, per cui la stessa costituzione del CdA è sempre stata determinata da questa realtà, tranne nel caso della gestione Di Vuolo voluta dal Ministro Gelmini per motivi strettamente partitici e, per la prima volta nella sua storia, in contrasto con la Amministrazione comunale. Il Vescovo Repucci che viene ricordato come fondatore del Monastero, in realtà non ci mise un ducato. Il suo Monastero nacque in locali della Mensa vescovile accanto alla cattedrale. La costruzione dell’attuale complesso fu voluta dal Comune su suolo che era patrimonio comunale e fu finanziata dai cittadini. Quando nel 1868 l’immobile fu acquisito al patrimonio dello Stato la gestione fu affidata al Comune e fino al 1932 due rappresentanti del Comune facevano parte del Consiglio di Amministrazione dell’Educandato. Il presidente del CdA che concesse nel 1913 al Comune la Villetta Paradiso, il notaio Olivieri, era consigliere comunale della maggioranza. La nascita dell’ Istituto magistrale fu voluta dal Comune che manteneva le ragazze povere ammesse all’ Educandato con borse di studio. Le amministrazioni dell’Istituto sono state sempre proposte dal sindaco o hanno avuto il suo assenso. Se l’Istituto è un bene pubblico, l’ente comunale non è affatto estraneo, anzi è chi rappresenta legalmente e di diritto l’interesse della cittadinanza ed è giusto e doveroso che se ne occupi e chieda di gestirlo quando la gestione dello Stato, attraverso il CdA non coincida con l’interesse della città. Ed è per questo che l’attuale CdA. non è contrario a che l’Amministrazione comunale abbia la gestione del complesso. Purtroppo non si fa niente per aiutare il CdA che ho l’onore di presiedere a dare all’Istituto la funzione e il ruolo a cui ha diritto, ridotto com’è ad amministrare debiti e un fabbricato in cui convivono enti e privati, essi sì, in grave conflitto di interessi e contro l’interesse generale. Grazie per l’attenzione.

Vincenzo Esposito

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