sabato 12 aprile 2014

SS. Trinità, risposta del CdA a Di Vuolo

Riceviamo e pubblichiamo la risposta del consiglio di amministrazione dell’istituto SS. Trinità alla lettera aperta dell'ex Presidente dell'Ente Aniello Di Vuolo del 22 marzo 2014

Vico Equense - Occorre fare specifiche precisazioni per evidenziare la verità dei fatti che sono stati travisati dal Di Vuolo con la lettera data alla stampa. L’Istituto SS. Trinità e Paradiso è un Ente di diritto pubblico che gestisce un complesso monumentale risalente al 1676, da sempre adibito ad Educandato femminile ed, in generale, alla finalità di istruzione: finalità prevista dallo Statuto che, se non perseguita porterebbe alla conseguenza della cessazione dell’Ente ed alla vendita del complesso a privati! E’ vero che tutte le precedenti gestioni hanno portato ad un accumulo di debiti, più che altro dovuti al pagamento dei dipendenti per le passate attività scolastiche private, sfociate in pignoramenti immobiliari e mobiliari nonché direttamente presso terzi, a loro volta debitori nei confronti dell’Istituto per oneri di locazione che, quindi, non venivano più percepiti. Non è vero che la gestione del Di Vuolo ha comportato la riduzione del debito da 1.200.000,00 euro a meno di 300.000,00: tale riduzione è dovuta, invece, al termine di quei pignoramenti eseguiti sulle somme che Provincia e Comune dovevano all’Istituto.
 
Nessuna magia finanziaria era riuscito a fare il Di Vuolo per ridurre i debiti ma, al contrario, li ha aumentati. Non è stato rinnovato il contratto di locazione con la Provincia per l’Istituto Alberghiero ed è stato preferito l’istituto privato Manzoni ad un canone inferiore e dimezzato: il Di Vuolo ha autorizzato illegittimamente il privato ad effettuare lavori di ristrutturazione all’immobile, trattenendo la metà del canone mensile, a spese della SS. Trinità senza nemmeno conoscere l’ammontare dei lavori e delle spese stesse: di certo questo non è il modo (più remunerativo e trasparente!) di gestire un Ente pubblico per cui questo CdA ha necessariamente interessato della questione la Procura ordinaria e della Corte dei Conti. La gestione Di Vuolo ha concesso in locazione ulteriori locali, ad altro privato, sempre a canone inferiore al prezzo di mercato stabilito per gli Enti pubblici, indicando nel contratto due locali ma in effetti concedendone tre… così trasformando la SS. Trinità da ente di istruzione ad ente di …beneficenza: questo CdA ha dovuto porre fine a tale illegittimo contratto effettuando una transazione ed a breve tornerà in possesso di questi locali per utilizzarli secondo lo Statuto. La gestione Di Vuolo ha concesso tutti i locali ancora liberi della SS. Trinità – in comodato gratuito – alla Fondazione ITS Bact di cui egli stesso è presidente. L’Ente pubblico non può per legge concedere locali in comodato gratuito: così facendo egli ha impedito di fatto ogni attività di Istruzione o che potesse portare proventi alla SS. Trinità, depauperandola dei suoi averi. Anche per questo fatto il CdA, presieduto dal dott. Vincenzo Esposito, ha necessariamente dovuto interessare la Procura ordinaria e della Corte dei Conti e tutte le altre Autorità preposte. Nonostante le varie richieste, nonostante il mancato utilizzo da parte della Fondazione del Di Vuolo dei locali della SS. Trinità, egli ne rifiuta la restituzione creando ulteriore e grave danno all’Ente pubblico ed al suo funzionamento. E tale aspetto riguarda anche la questione dei due progetti presentati dal Di Vuolo, che poi ne addebita la presunta “sicura approvazione” alla inoperatività di questo CdA, con il conseguente mancato introito di 5 milioni di euro dati per certi. Infatti, quando il Di Vuolo presentò i due progetti, l’Istituto SS. Trinità non disponeva dei locali per le attività ivi indicate, essendo al momento tutti locati alla Provincia, al Comune di Vico Equense ed a privati! Né alla scadenza di quei contratti di locazione ne ha mantenuto la disponibilità per adibirli in conformità ai presentati progetti poiché li ha nuovamente locati all’istituto privato Manzoni, ancora al Comune di Vico Equense e ad altri privati, così egli stesso rinunziando alla possibilità di poter materialmente svolgere le attività previste dai progetti, ove effettivamente approvati. Ripresentando quei progetti, come il Di Vuolo pretenderebbe nei suddetti articoli, questo CdA avrebbe condiviso le responsabilità del Di Vuolo, commettendo gli stessi abusi e non avrebbe comunque potuto realizzarli anche se fossero stati finanziati. Il Di Vuolo mente sapendo di mentire, quindi, in particolare quando si riferisce al Progetto CRI-PLACE per l’erogazione “di servizi avanzati di ricerca, formazione ed incubazione nel campo dei beni culturali, ecc.”, perché proprio lui ha concesso al Comune di Vico Equense ulteriori locali dell’Istituto, con un secondo contratto di locazione ad integrazione di quello già in corso, avendo il Comune necessità di disporre dello spazio minimo richiesto dalla norma per partecipare al progetto d’incubatore d’impresa. Il Di Vuolo, quindi, aveva chiesto – quale presidente della SS. Trinità – di ottenere un finanziamento senza avere i locali disponibili per poterlo attuare in caso di accoglimento perché i locali li aveva lui stesso concessi al Comune per un progetto uguale. Appaiono in tutta evidenza la infondatezza e la pretestuosità delle accuse che il Di Vuolo muove a questo CdA che non ha voluto essere corresponsabile di quanto fatto dalla precedente gestione, quantomeno in termini di trasparenza e di logicità: qualità che non si riscontrano nei progetti fatti presentare dal Di Vuolo. Ed ancora: a proposito di questi progetti e di fantomatici professionisti che hanno lavorato volontariamente per il bene pubblico e che ora potrebbero chiedere eventuali rimborsi all’Istituto, v’è da dire che nelle delibere della gestione Di Vuolo, mai nessuna pubblicata e resa nota, non v’è traccia di alcun ufficiale conferimento d’incarico da parte dell’Istituto, per cui non si vede come potranno chiedere il pagamento di un incarico mai conferito; però, tali professionisti potrebbero chiedere il pagamento a lui che li ha incaricati personalmente e non nella qualità di presidente. A dire il vero v’è, agli atti, un incarico professionale conferito dal Di Vuolo, ma non è stato svolto volontariamente e gratuitamente: infatti, il Di Vuolo, appena insediato come presidente, ha esonerato senza motivazione la segretaria dell’Ente avente funzioni di economa/cassiera (art. 42/48 dello Statuto), ha esonerato senza motivazione il già presente commercialista dell’Istituto, ed affidato al commercialista che già lo segue anche nella sua Fondazione, l’incarico di recarsi presso l’Equitalia e l’INPS per chiedere la rateizzazione del debito. E’ noto che per svolgere tale incombente non occorre necessariamente essere laureati, avrebbe potuto recarsi direttamente anche il Di Vuolo stesso all’Equitalia ed all’INPS per la rateizzazione, come tanti padri di famiglia fanno ogni giorno; oppure avrebbero potuto farlo sia la segretaria/economa che il commercialista dell’Ente, a costo zero poiché rientrante nelle loro funzioni. Il Di Vuolo, invece, ha retribuito con 14.000,00 euro dell’Istituto le poche ore di lavoro del suo commercialista! Non solo: ottenuta questa costosissima rateizzazione dai predetti enti, il Di Vuolo non ha pagato neanche una delle rate concordate, così che oltre l’inutile spesa per l’incarico l’Istituto è stato gravato di ulteriori interessi per tali mancati pagamenti. I commenti si lasciano al lettore. Questo CdA, invece, ha nuovamente – e senza spese – ottenuto una nuova rateizzazione che, con salti mortali, sta onorando ogni mese; inoltre, attraverso i suoi nuovi legali, ha chiesto, e probabilmente otterrà, lo sgravio della metà (per svariate decine di migliaia di euro) di quanto preteso dal Comune di Vico Equense per ICI e IMU per gli anni scorsi, da riscuotere attraverso Equitalia, poiché tali somme erano state chieste in misura maggiore al dovuto: ma tanto non interessava al Di Vuolo, evidentemente, né al suo commercialista di fiducia. Ci piace precisare altra circostanza, in ordine ai 35.826,48 euro giacenti sul conto dell’Istituto e lasciati dal Di Vuolo quale “attivo” al termine della sua gestione. Egli ebbe notificata la sua sostituzione alla presidenza dell’istituto il 13 Febbraio 2013; egli frappose ogni ostacolo per ritardare il passaggio di consegne al nuovo presidente dott. Esposito, avvenuto oltre un mese dopo, cioè solo quando da un conto di una banca di Gragnano (conto sconosciuto agli atti dell’Istituto) furono fatti pervenire 20.000,00 euro sul conto (unico ed ufficiale) dell’Istituto, per poterlo consegnare nella effettiva consistenza di 35.826,48 euro al nuovo Presidente! Questa è stata la gestione Di Vuolo dell’Ente pubblico SS. Trinità, le cui delibere sono state adottate senza la collegialità prevista dalla legge, quindi tutte nulle o annullabili, al contrario di questo CdA che pubblica anche online ogni delibera adottata per offrire la massima trasparenza sulla gestione di questo Ente pubblico di notevole importanza per la cultura, e non solo, di Vico Equense.


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