venerdì 4 aprile 2014

Santissima Trinità ancora uno stop e perdita di finanziamenti

Vico Equense - La commissione parlamentare Bilancio, tesoro e programmazione chiede precisazioni sugli attuali debiti dell’ente «Santissima trinità e paradiso», compresi gli interessi e le sanzioni. L’iter per l’estinzione dell’istituto e il trasferimento del relativo patrimonio al Comune di Vico Equense ha un nuovo stop. La proposta di legge di iniziativa parlamentare non è, infatti, corredata di relazione tecnica ma la commissione vuole vederci più chiaro e rinvia la discussione. Si allungano i tempi, dunque, per l’acquisizione a patrimonio pubblico dell’ ente che sta particolarmente a cuore alla cittadinanza e su cui divampano le polemiche. Risale a pochi giorni fa, infatti, la notizia della perdita di un finanziamento di circa 3milioni e 500mila euro per la mancata presentazione della domanda entro i termini stabiliti. «Nel 2009 realizzammo due proposte progettuali per il recupero architettonico dell’intero complesso monumentale – spiega Aniello Di Vuolo, ex presidente del consiglio di amministrazione dell’ente - che versava, e versa tuttora, in uno stato di degrado. Elaborammo il progetto di restauro e quello per il rilancio della struttura per gli importi di 3.535.322 e 1.957.600 euro. Furono approvati dalla Regione Campania e anche pubblicati sul Burc. Ma la cosa si fermò. Nel dicembre scorso la Regione ha invitato gli enti pubblici a ripresentare, entro il 15 gennaio 2014, eventuali proposte progettuali giacenti presso le strutture regionali. Un’occasione d’oro. Ma il nuovo CdA non ha presentato la domanda e quel finanziamento è andato perso». Di altro avviso gli attuali amministratori dell’ente, che qualche mese fa hanno sporto querela contro Aniello Di Vuolo. «Ha firmato un contratto con se stesso – ha denunciato il presidente Vincenzo Esposito – Il signor Di Vuolo era, infatti, sia comodante che comodatario dello stesso contratto, concedendo beni di proprietà pubblica in favore della fondazione da lui gestita. Un’azione che ha comportato la perdita di locali che avrebbero potuto avere altra destinazione». (Fonte: i.d.r. da Il Mattino)

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