venerdì 4 aprile 2014

Flora Beneduce ai Club Forza Silvio Sud Italia: “I Club siano il modello delle istituzioni che vorremmo”

Vico Equense - “Ci sono spesso eventi senza anima, che non lasciano ricordi, né entusiasmo. Oggi, invece, noi dei Club Forza Silvio del Sud Italia stiamo dimostrando il contrario: la passione traccia la strada verso il futuro”. È questo l’incipit del discorso di Flora Beneduce, vice coordinatrice provinciale di Forza Italia, durante la convention dei Club Forza Silvio del sud Italia. “Primavera Liberale” è il nome della kermesse organizzata dai Club Forza Silvio Cellino San Marco, San Donaci e Donne Benevento, in corso al Grand Hotel Moon Valley di Vico Equense. Il tema è “La primavera liberale nella Penisola sorrentina”. “Vedo occhi accesi dai sogni liberali che la tradizione ci ha consegnato, vedo mani solidali per dare sostegno a chi lo richiede, vedo giovani al lavoro per coinvolgere nella nostra primavera gli scettici e i dubbiosi, vedo donne che non hanno timore di esporsi per mettere a disposizione del grande progetto azzurro le proprie competenze – continua la Beneduce, presidente del Club Forza Silvio “Libero pensiero” di Vico Equense -. Il Sud Italia, per storia, cultura e tradizione, è un territorio ricco e florido. Non mi riferisco solo ai territori, ma anche alle intelligenze e alle opportunità. Troppo spesso le istituzioni non hanno saputo tutelare questo patrimonio di terra e di uomini e hanno lasciato che l’incuria e la non curanza dettassero tristi epitaffi sul settore industriale, sulle politiche agricole, sul turismo. Ora dobbiamo partire. Dobbiamo ripartire da noi, dalla nostra determinazione, dalla nostra volontà di essere il motore di un cambiamento. I Club Forza Silvio devono dimostrare ai cittadini italiani, in particolare a quelli meridionali, che la macchina occupazionale può essere rimessa in modo, che l’economia può ripartire, che il terzo settore può tornare ad essere trainante. Come vice coordinatrice provinciale di Forza Italia lavorerò per essere a disposizione dei cittadini.
 
I Club devono essere il ponte verso le istituzioni, devono essere radicati sul territorio, devono fornire risposte concrete. Il raggio d’azione deve essere locale, ma l’ambizione nazionale. Impegnandosi nel proprio paese, per la propria gente, si pongono i presupposti per strutturare un cambiamento possibile, che si nutra di anima e di lavoro, di capacità e competenze. Oggi siamo chiamati a raccogliere una sfida. Cominciamo da qui, cominciamo dai nostri comuni, cominciamo a dire no a certi meccanismi corrotti che alimentano clientelismi e parentopoli varie. Insegniamo ai nostri figli a meritare ciò che ottengono. Diciamo loro che le radici sono sacre, così come il territorio che viviamo. Non inquiniamo le nostre campagne e i nostri mari, e soprattutto non inquiniamo le nostre anime. Difendiamo strenuamente il valore e il principio del garantismo, ma esigiamo che i reati siano puniti. Promuoviamo la libertà in tutte le sue forme, dal pensiero alla parola, dalla stampa al commercio, dall’economia alla cultura. Non pieghiamoci, però, a ciò che la morale respinge. Poniamo al centro la famiglia e i suoi valori. Siamo solidali, senza indulgere al pietismo. Non demandiamo agli altri il nostro futuro. Firmiamolo. Ecco, i Club sono la firma che mettiamo ad un progetto di cui siamo coautori e corresponsabili. I Club siano il modello delle istituzioni che vorremmo. Buon lavoro”.

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