sabato 16 ottobre 2010

Fini: mai con noi chi non è pulito

«La prossima volta che ci vedremo qui a Napoli saranno molti di più quelli che vogliono respirare aria più pulita». Per Gianfranco Fini l’aria pulita è quella di Futuro e libertà, la cui campagna parte proprio dalla Campania. E a Napoli, il presidente della Camera lancia le parole chiave del suo movimento: Sud e legalità. «Noi ci rivolgiamo agli italiani, di destra, ai moderati, alla sinistra, a chi non va più a votare — spiega —. Faremo solo una tassativa esclusione. Il nostro ponte levatoio non sarà mai calato per due categorie di persone, di dirigenti, di candidati: i parassiti e i delinquenti. Chi spera di avere qualche vantaggio vada via, chi pensa ad una facile carriera vada via. Dobbiamo gettare il cuore oltre l’ostacolo e lo faremo». Discorso asciutto, quello di Fini. Una sola battuta: «Qualcuno stasera avrà un travaso di bile» e una sola parentesi personale: «Grazie al calore che solo Napoli sa dare e che mi ripaga dei momenti non facili». L’europarlamentare Enzo Rivellini, organizzatore della serata, gli regala un libro su Federico II e la maglia del Napoli, con il numero 10 di Maradona, ufficialmente ritirato. La sala conferenze del Ramada è troppo piccola per contenere i finiani partenopei, «ma porta fortuna», ricorda Adolfo Urso. Nessuno degli oratori fa nomi, si riferisce a fatti, il Pdl campano non viene menzionato. L’unico a spingersi un po’ oltre è Italo Bocchino: «Nei prossimi mesi presenteremo il manifesto di Futuro e libertà. Parleremo di legalità, tanto più dalla Campania. Non ci può essere nessuna zona grigia tra la politica e la criminalità». Gli fa eco Pasquale Viespoli: «Il Sud con Fini torna protagonista, ma non è quello della clientela e dell’assistenzialismo». In prima fila ci sono anche Graziella Pagano, Pd, il presidente dell’Unione industriali di Napoli, Gianni Lettieri e don Luigi Merola. Ed è proprio a un prete che Fini dedica un lungo passaggio del suo discorso. «Voglio salutare qui — dice — don Manganiello che ha fatto a Scampia più di mille centri studi. Quando sono andato a trovarlo a Scampia mi sono reso conto che Manganiello non aveva bisogno di soldi. Aveva bisogno di certo di più considerazione da parte delle gerarchie ecclesiastiche, ma soprattutto del sostegno delle istituzioni». La risposta di Fini alla Lega e ai leghisti (per Rivellini «i barbari») è questa: «Futuro e libertà non sarà mai la Lega del Meridione. Per sanare la frattura questa terra non può più stare con il cappello in mano, deve essere messa in condizioni di concorrere». Insomma nessuna polemica, nessun attacco, «noi parliamo di politica», così Viespoli. Mentre tra Pdl e sindaca è guerra proprio sul tema della legalità e dell’etica pubblica. Dopo «la camorra è al potere», la Iervolino rincara la dose: «La lista di persone con carichi pendenti mi sembra fortemente presente in Parlamento, nei consigli regionali e temo anche in quelli comunali, ma non in quello di Napoli». È il presidente della Provincia, Luigi Cesaro, a risponderle: «Mi stupisco che un ex ministro dell’Interno possa fare con estrema leggerezza delle dichiarazioni tanto gravi quanto generiche. Quando la Iervolino afferma che la camorra è al potere sa bene che ad essere colpite sono le istituzioni». Forse Fini, ieri, ha solo aperto la campagna elettorale per le comunali. (di Simona Brandolini da il Corriere del Mezzogiorno)

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