mercoledì 13 ottobre 2010

Fincantieri, lettera-appello degli operai a Napolitano

Castellammare di Stabia - Il troncone all’interno dello stabilimento Fincantieri prende forma mentre l’incubo della cassa integrazione sembra essere sempre più reale. Un dramma per i duemila operai stabiesi che lunedì scorso avrebbero dovuto incontrare i rappresentati del Governo per aprire un tavolo sulla cantieristica italiana con un attenzione particolare sulla vertenza Fincantieri; riunione slittata poi a fine mese - 28 ottobre – per consentire la partecipazione del neo Ministro Paolo Romani. E anche se l’Ad del gruppo Giuseppe Bono prova a colmare l’attesa dell’incontro affermando di voler rilanciare l’intero gruppo, le tute blu proseguono le loro iniziative volte a sensibilizzare le istituzioni sul futuro del cantiere appellandosi, questa volta, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, cittadino onorario della città-cantiere. «Rivolgiamo a Lei il nostro grido di allarme e le forti preoccupazioni per il futuro del cantiere – scrivono gli operai - Castellammare non solo per la sua storia (nel 2013 ricorreranno 230 anni dalla sua apertura), ma per i sacrifici fatti dai lavoratori in questi anni, è tra gli stabilimenti che hanno i livelli di produttività più alti del gruppo Fincantieri, e con orgoglio rivendichiamo questi risultati». «Dopo gli accordi sottoscritti con il Governo e Fincantieri appena pochi mesi fa oggi siamo senza commesse e in presenza di un piano che, sarà un caso, prevede la chiusura di una realtà produttiva del sud – si legge ancora nella lettera – Ci rivolgiamo a Lei affinché la città possa continuare a mantenere nel cantiere un punto fermo per tante famiglie e per tanti giovani che non hanno lavoro». I lavoratori hanno scritto anche al prefetto di Napoli, Andrea De Martino, ai rappresentanti della giunta e del consiglio regionale della Campania, al sindaco di Castellammare e ai capigruppo del Comune. (Maria Elefante il Mattino)

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