domenica 3 ottobre 2010

Festeggiamenti per Alfonso commendatore

Una festa tra amici. Ma anche molto di più. La serata a sorpresa aveva due condizioni del tutto particolari: l’accadimento e il luogo. Il primo riguardava l’ultimo riconoscimento ad Alfonso Iaccarino, il titolo di Commendatore della Repubblica italiana, l’altra era il luogo, l’ormai leggendario ristorante “Don Alfonso 1890” di Sant’Agata sui due golfi, ideato e condotto da Alfonso e Livia con i figli Ernesto e Mario. Inaspettatamente aveva luogo il colpo di scena. Raffaele Lauro, senatore della repubblica, autore di decine di libri, intellettuale riconosciuto, presidente di più commissioni, annunciava ai presenti, su proposta del ministro e da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, il conferimento al Maestro Alfonso Iaccarino del titolo di “commendatore, con facoltà di fregiarsi delle relative insegne”, con la pergamena co-firmata dal presidente della Repubblica Napolitano e dal Presidente del Consiglio Berlusconi. Nel suo elogio Raffaele Lauro diceva: “Con il suo lavoro Alfonso Iaccarino esalta l’immagine dell’Italia nel mondo ed onora la sua terra: la Penisola sorrentina, apprezzata a livello mondiale, che si è rivelata una fucina di eccellenze... Il fatto di avere tanti ristoranti stellati è la prova di come si sia salvata una grande tradizione del gusto che, con Alfonso Iaccarino, si è elevata ad opera d’arte!”. Alfonso e Livia accoglievano le parole con il consueto riserbo. Abituati a girare il mondo, con la vocazione alla qualità e alla perfezione di proporre il cibo, sono arrivati a grandi consulenze internazionali, preparazioni di cene di gala, ricevimenti reali, estro e talento oggi anche presenti nei ristoranti di Macao e Marrakesh. Il ringraziamento di Alfonso, il brindisi, le interviste televisive e giornalistiche, tutto durava pochissimo, perché subito gli ospiti venivano accolti nella sala multicolore delle “lezioni di cucina”. Il lungo tavolo, il rivestimento rigato e floreale, dovuto alla creatività di Marco De Luca, il vasellame policromo alternato a quello classico bianco, il cibo perfetto esaltante “la tradizione nella innovazione”, erano il punto di partenza per le parole di Livia che segnalava le “invenzioni “di una cucina che ha catturato clienti di ogni parte del mondo. E mentre i saloni del ristorante erano pieni di clienti, alla tavola degli amici più cari sfilavano piatti di raro gusto e composizione. Provo ad ricordarne qualcuno: peperone croccante con baccalà mantecato, uova di salmone ed olive disidratate con emulsione di stoccafisso, zeppola di astice in agrodolce, paccheri di Gragnano, cacio, pepe, scorfano e spinaci selvatici e ancora beccaccine, faraona e altro, altro altro. La serata con il menù intitolato “Per Alfonso ed i suoi amici” era una allegra schermaglia di temi diversi: i viaggi intorno al mondo di Alfonso e Livia ma anche episodi legati al grande Nello Lauro dello “Splendid” di Lugano che Marcella raccontava con amore, le parole del sindaco Peppino Cuomo, le segnalazioni per un territorio molto amato di Massimo Milone, i racconti di caccia in Mongolia del generoso albergatore dell’Imperial Tramontano e ancora la nuova nomina nella Fondazione Sorrento di Peppe Vittoria con la bella Antonella… Nel chiacchierio un’irruzione rompeva i canoni, abbigliato di sete e lustrini, nella più collaudata regola del varietà, entrava in scena en travestì Marco Palmieri, più donna di una donna, che con due colleghi, voce e musica, dava il via a uno spettacolo esilarante. Commenti e risate a non finire e il senso della sorpresa che sembrava non dovesse mai avere fine con abbracci, auguri e un gran brindisi finale. Nel nome di Alfonso “commendatore”. E non solo. (di Giuliana Gargiulo da il Roma)

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