martedì 12 ottobre 2010

De Magistris: «De Luca? Un Pinocchio della politica»

De Luca: "Un Paese di cialtroni. C'è da essere disgustati!"

Vincenzo De Luca non è mai piaciuto a Luigi De Magistris. Questa mattina, in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, l’Europarlamentare dell’Italia dei Valori si toglie qualche sassolino dalle scarpe, e definisce De Luca «un Pinocchio della politica». Il 6 febbraio 2010, i delegati dell’Italia dei Valori tributarono una standing ovation a De Luca: è il via libera ad Antonio Di Pietro, per la candidatura alla corsa a governatore della Campania. Luigi De Magistris, invece, abbandonò la platea ed uscendo disse: «Io quello non lo voglio, ci ha raccontato solo favolette». Motivo: l’Idv, a sentire l’ex pm, non è partito che si può permettere «di candidare gli inquisiti». E De Luca «è sotto processo». Erano giorni di tensioni tra capo e delfino, quelli che porteranno lo stesso Di Pietro a confessare in un’intervista a Luca Telese ( Il Fatto, 18 febbraio): «De Luca ha accettato di rinunciare alla prescrizione per il processo sullo stoccaggio dei rifiuti». Quella prescrizione, invece, è arrivata. E due giorni fa Di Pietro ha annunciato: «Il sindaco non è stato uomo d’onore, nessuno s’aspetti che lo appoggeremo alle amministrative. Ha ingannato noi e il Pd». Ieri, sul Corriere della Sera, sono poi arrivate le prime autocritiche anche dai vertici dei democrats. Ovviamente il sindaco di Salerno, reagisce alle accuse: "E’ incredibile. All’improvviso, in maniera proditoria, senza mai entrare nel merito delle cose di cui si sta parlando, si interviene in un dibattito sulla “questione morale”. E giù opinioni, sentenze, prese di posizione su “regole”, “principi” e “ imperativi categoriali”. La cosa sconcertante è che a tale “dibattito” partecipano in modo irresponsabile dirigenti del Pd che, tanto per cambiare, non avvertono il dovere elementare di interpellare il sindaco di Salerno, prima di intervenire. Undici anni fa, - continua De Luca - in piena emergenza rifiuti, per non avere cumuli di immondizia davanti alle scuole e nei quartieri, il Comune di Salerno decise, dopo alcune riunioni in Prefettura, e con l’impegno del sub-Commissario dell’epoca, Giulio Facchi, di rimuovere ad horas i rifiuti non smaltiti e di depositarli in un sito di trasferenza provvisorio: una piazzola in cemento di proprietà del Comune. Lo stoccaggio, secondo la contestazione, durò troppo tempo. Di questo “troppo tempo” personalmente rispondo per quarantotto ore (48) di “sforamento”, poiché nel gennaio del 2001 mi dimisi dalla carica di sindaco per candidarmi alla Camera dei Deputati. Dopo undici anni, avendo da parte mia sempre sollecitato la conclusione giudiziaria della vicenda, si pervenne alla sentenza della Corte di Appello di Salerno che sanciva - in adesione alle indicazioni della Cassazione - il non doversi procedere per intervenuta prescrizione, pur di fronte alla mia richiesta di proscioglimento nel merito. Tutto qui. Sinceramente, di fronte a quanto sta accadendo c’è da rimanere sconcertati!"

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