sabato 9 ottobre 2010

Chef in prima fila Vico Equense e Massa Lubrense su tutti

È Vico Equense la vetta del gusto. La nuova guida 2011 "I ristoranti d' Italia" de "L' Espresso" segnala ben sei indirizzi. Domina "La Torre del Saracino", unico nella regione con il simbolo dei3 cappelli. Il migliore, quindi. Per Gennarino Esposito è una conferma. Significativo invece il balzo di Michele Deleo: passa in un anno da 16 a 17 ventesimi "L' Accanto" del Grand Hotel Angiolieri. Originale «l' ostrica nella gelée di champagne su frutto della passione e sale alla vaniglia». È premiato come "Pasticceria dell' anno". A Vico si distingue con 16/20 Danilo Di Vuolo del "Maxi", nel suggestivo scenario dell' Hotel Capo la Gala. «Con l' orgoglio di chiamarsi osteria» è descritta "Antica Osteria Nonna Rosa", per i suoi «piatti generosi figli degli orti e del mare della Penisola». La guida, curata da Enzo Vizzari, punta molto sugli chef. Li rende personaggi. E si sofferma su qualche immagine. Racconta "La Torre del Saracino" dall' esterno. «Nelle giornate di sole, la brezza di ponente accarezza la spiaggia e porta il richiamo dell' ambulante "Coccobello, Coccofresco" fino agli eleganti tavoli...» allegando una testimonianza: «Alain Ducasse cinque anni fa mi disse che Gennarino Esposito è il più capace degli chef italiani». Ducasse predilige la cucina campana di mare. Nella scorsa estate era spesso a Scala da "Lorenzo", presente nella guida (voto 12/20). In auge anche Massalubrense: svettano a quota 17/20 "I Quattro Passi" di Tonino Mellino, chef che d' inverno i suoi clienti americani si contendono, "Relais blu" del tedesco Christof Bob e "Taverna del Capitano" di Alfonso Caputo. Ma è proprio qui, sulla collina di Sant' Agata che opera da sempre Alfonso Iaccarino, indiscusso caposcuola, pioniere della grande ristorazione nella penisola sorrentina. In ripresa le isole: Capri e Ischia, dove la guida celebra "Il Mosaico" dell' Hotel Manzi, ai fuochi l' ischitano Nino Di Costanzo. L' Assobirra indica 10 indirizzi. Due anni vinse in Italia "Tallioo!" di San Giorgio a Cremano. Napoli stenta. Grazie anche a buone consulenze (indicata "Zero di Milano" tra queste) è ben valutato "Il Comandante" nell' albergo dell' imprenditore Alfredo Romeo. Si legge: «Al piano terra sono organizzati una gradevole area sushi e il ristorante con una quindicina di posti». Si spera che abbia, appena possibile, più spazio per essere meglio apprezzato dalla città. Avendo il voto più alto: 16/20. Con 14,5 Palazzo Petrucci nel centro storico, quindi gli altri locali con giudizi medio-bassi. Due a Pozzuoli, "Il Tarantino" e "Abraxas". Ma il porto promette: si candidano "La Ninfea" e gestione rivoluzionata del "Capitano", con equipaggio suo per la pesca di posta. Una rivelazione: "Sud" a Quarto. Ben presenti i salernitani. Prima "La Caravella" di Amalfi, quindi l' Hotel San Pietro di Positano, "Pappacarbone" e "Faro di Capo d' Orso". "Casa del Nonno 13" è una gemma di Raffaele Vitale a Mercato San Severino, come "Al Convento" di Cetara. In Irpinia "Oasis Antichi Sapori" con 16/20 è ancora un tempio delle ricette raffinate dell' Appennino, quindi la "Locanda di Bu" di Toni Pisaniello a Nusco, chef inserito in un reality Usa da 180 puntate. Ad Avellino ritorna in grande stile "La Maschera" di Luigi Oliviero, con "Marennà" a Sorbo Serpico, all' interno di "Feudi di San Gregorio" e "Taberna Vulgi" di Giovanni Mariconda a Santo Stefano, che lancia anche vini interessanti. "Mastroberadino" abbina nel verde di Mirabella un elegante resort con la superba cucina di Morabianca. "Vajro al Volturno" e in città "Le Colonne" per Caserta, in penombra il Sannio, solo "Il Foro dei Baroni" strappa un posto, una rarità il costo: 30 euro. Troppi conti sfiorano i cento. La guida rileva la crisi. Tante insegne si spengono. Evidenti le cause. Chi si svena per stravaganze a volte eccessive dei grandi chef? (Antonio Corbo Repubblica Napoli)

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