giovedì 1 aprile 2010

Un brutto voto, l'analisi di Bassolino

Regione Campania - "E’ un brutto voto, nell’insieme. In primo luogo per il livello davvero grave raggiunto dall’astensionismo. Soltanto la mentalità elitaria e supponente di una certa sinistra salottiera poteva pensare, ancora nella mattinata di lunedì, che l’astensionismo avrebbe colpito soprattutto la destra. Chissà perché, poi. Perché i “buoni” stanno a sinistra, e dunque votano di più, rispetto ai “cattivi” che stanno a destra, e che avendo meno virtù civiche votano di meno?" Così Antonio Bassolino sul suo blog. "Era ed è invece del tutto evidente - aggiunge - che se l’astensionismo è di massa e diventa il principale soggetto politico del turno elettorale colpisce inevitabilmente a destra, a sinistra, e al centro. L’unica eccezione, che conferma la regola, è la Lega: una forza motivata, militante, e che espande i suoi territori. E’ un voto negativo, poi, per il centrosinistra. Perdiamo quattro importanti regioni: una nel Nord, il Piemonte, un’altra nel Centro, il Lazio, e due nel Sud, la Campania e la Calabria. Lungo e difficile è dunque il cammino per riprenderci dalla sconfitta delle politiche e delle europee e per delineare una convincente (e vincente) alternativa al centrodestra. Non esistono né scorciatoie né facili illusioni. Serietà dell’analisi e rapporto diverso con il paese reale, con gli italiani così come sono e non come vengono immaginati sono le condizioni necessarie per riaprire una prospettiva. Bisogna, in primo luogo, saper rappresentare assai meglio gli interessi, le aspirazioni e le frustrazioni del sud senza cadere nel partito del sud. Analogo problema è nel nord, dove è indispensabile saper farsi carico, assai meglio di ora, delle pulsioni di tanti ceti produttivi senza cadere nel partito del nord. In modo diverso dal passato, si ripropone una questione nazionale. Ma una nuova unità del paese, ed un rilancio internazionale dell’Italia si creano partendo dal basso e dalle diverse realtà, non più dall’alto ed in modo indifferenziato. In questo quadro politico così difficile per il centrosinistra e carico di contraddizioni nel centrodestra faccio i miei più cordiali auguri al neo-eletto Presidente. Caldoro è un politico giovane, ma con una sua storia, che ha rivendicato con forza. Appartiene a quella diaspora socialista che non ha mai rinnegato il proprio passato, e che, anche nel governo nazionale, cerca di dare prove di innovazione e di efficienza. Lo aspetta un compito difficile. Soprattutto sul terreno più accidentato che è quello delle alleanze all’interno della sua composita maggioranza. La prova del nove, anzi del fuoco, verrà presto col varo della giunta. Dove saranno subito messi alla prova i suoi spazi di autonomia. Se posso dargli un consiglio istituzionale, vada avanti per la sua strada. Si accorgerà che in questi anni alla Regione sono state fatte diverse cose positive ed importanti e se ne potrà avvalere. Stia quanto più possibile alla larga, poi, dalle pressioni con cui da ogni angolo, e da ogni consigliere, già lo stanno assalendo. Sarà duro, durissimo. Ma non se ne pentirà. Nella mia lunga esperienza di governo, ho attraversato stagioni politiche molto diverse tra di loro. Ma sono contento, anzi fiero di avere completato il mio cammino nel modo in cui lo avevo iniziato: con il massimo di indipendenza. Proprio come agli esordi a Napoli, - conclude il Governatore uscente - la giunta che negli ultimi due anni ho avuto l’onore di presiedere è stata ricchissima di competenze tecniche e liberissima da quei lacci e laccioli in cui i partiti sono specializzati. Soprattutto quelle forze, che anche quando cambiano pelo conservano gli stessi vizi."

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