venerdì 23 aprile 2010

Successo a Teatro Mio de "Il Berretto a Sonagli"

Vico Equense - Grande successo per l´ultimo lavoro della compagnia "Stabile Teatro Mio", che ha debuttato lo scorso 10 aprile con il classico pirandelliano "Il berretto a sonagli", con la regia di Bruno Alvino. In seguito agli entusiastici consensi ricevuti dal primo spettacolo, la segreteria del teatro è stata letteralmente sommersa dalle richieste di prenotazione. E, a quanto pare, coloro che sono riusciti ad assicurarsi un posto non sono rimasti affatto delusi dallo spettacolo, restando incantati dal fascino dei dialoghi del grande Pirandello interpretati in maniera trascinante da tutti gli attori sul palco. Se già alla fine del primo atto si era levato un convinto applauso, alla chiusura del sipario sul finale il pubblico ha acclamato con una vera e propria ovazione Bruno Alvino (Ciampa), Enrica Visconti (Beatrice), Nando Rossi (Spanò) Peppe Coppola (Fifi) Tina Norvello (La Saracena), Luisa Russo (Assunta La Bella), Maria Esposito (Fana), Rosa Cannavacciuolo (Moglie di Ciampa) . Il repertorio della Compagnia si arricchisce ancor di più con questa ottima commedia, e non solo: il complesso vicano dimostra che è maturo anche per testi difficili e impegnativi. Insomma, gli attori di Teatro Mio non sono bravi solo a far ridere, ma anche a far pensare e riflettere. Anche il numeroso pubblico studentesco, che ha assistito all´opera nelle matinée organizzate da Teatro Mio appositamente per le scuole, ha applaudito entusiasta alla rappresentazione, insieme agli insegnanti. "Svariate sono state le letture registiche di questo capolavoro di Luigi Pirandello, - dice il regista Bruno Alvino -, a testimonianza dell´universalità dell´opera. "Il berretto a sonagli" è a mio parere un´opera all´apparenza chiara, semplice e di facile comprensione, ma che in corso di costruzione mostra innumerevoli significati introspettivi. Quello che può apparire alla prima lettura un normale fatto di cronaca rosa, all´analisi registica rivela via via significati filosofici sempre più profondi che portano ad interrogarsi sull´eterno rapporto che gli uomini hanno all´interno del loro convivere "sociale". Il tentativo è stato quello di mostrare l´opera al pubblico salvaguardando la sua semplicità senza mortificarne la grandiosità letteraria e filosofica." (Ufficio Stampa Teatro Mio)

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