sabato 10 aprile 2010

Sforamento patto di stabilità

Mussolini: "E’ tradizione dei Governi di sinistra lasciare eredità pesantissime sul fronte dei conti"

Regione Campania - Uno sforamento nei conti della Regione Campania di un miliardo di euro, con conseguente violazione del patto di stabilità. La violazione, comporterà pesanti conseguenze per la Campania. Niente mutui e basta indebitamenti. Blocco del prestito da un miliardo concesso dalla Banca europea degli investimenti, a meno di una sanatoria del Governo (già concessa per esempio a Puglia e Sicilia). Il neo governatore Stefano Caldoro ha dichiarato che il deficit porta la Regione sull’orlo del dissesto, e comporterà “un blocco delle assunzioni e del turn over nelle consulenze”. L’ex assessore al bilancio Mariano D’Antonio difende le scelte fatte: «In ben tre occasioni, e annunciandolo con comunicati ufficiali, – spiega l’economista – abbiamo preso decisioni sapendo bene che saremmo andati incontro allo sforamento. Ma siamo stati costretti». Creditori, bonifiche, assistenza a disabili, sostegno alla cassa integrazione e ai redditi bassi sono stati i capitoli più spinosi. "E’ tradizione dei Governi di sinistra lasciare eredità pesantissime sul fronte dei conti. Anche in Campania la storia si ripete e Bassolino lascia da pagare a Caldoro un conto cosi’ salato che rischia di venire vanificato il programma di sviluppo della Regione". Lo dice il deputato Alessandra Mussolini (Pdl), eletta al consiglio regionale della Campania, che commenta "la violazione del patto di stabilità. "Il macroscopico sforamento del patto di stabilità è – sottolinea la Mussolini – frutto di una sciagurata gestione delle finanze regionali che è andata contro gli interessi dei cittadini. E il decennale sistema clientelare della giunta Bassolino ha prodotto questo buco enorme. Ma cosi’ come avvenne nell’emergenza rifiuti il Governo Berlusconi e tutto il Popolo della libertà non si sottrarranno al compito di far risorgere il territorio e restituire ai campani la dignità perduta", conclude la Mussolini.

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