venerdì 9 aprile 2010

Sapori e qualità patto tra chef e industriali

Piano di Sorrento - Industriali del settore agroalimentare e protagonisti dell'alta cucina si alleano per nuove strategie di marketing del territorio, una sinergia in nome dei prodotti di qualità. L’appuntamento è per venerdì 16 aprile, nella sede dell’azienda Villa Massa, leader nella produzione di limoncello «made in Sorrento», ma gruppi di lavoro sono già alle prese con progetti da mettere a punto per il varo durante il summit. La scelta di convocare questa sorta di stati generali del comparto in penisola sorrentina è scaturita dalla constatazione che buona parte dell’economia locale è direttamente legata, tramite il turismo, all’indotto della gastronomia. «L’obiettivo è approfondire le potenzialità di un territorio caratterizzato da tipicità enogastronomiche e culturali d'eccellenza, con flussi turistici di qualità attratti dal bien vivre, fatto non solo da panorami mozzafiato e da grandi alberghi dotati di ogni comfort, ma anche dalla cucina di qualità e dai suoi prodotti», sottolinea Carmine Caputo, presidente della sezione alimentare dell’Unione industriali di Napoli. Non è un caso, allora che l’iniziativa intende mettere a confronto per la prima volta il sistema della ristorazione stellata con quello delle eccellenze aziendali alimentari. Obiettivo? «Organizzare un Focus permanente tra le due categorie nella consapevolezza che ci sono interazioni reciproche e che, se la grande gastronomia ormai è divenuta la vetrina del meglio del nostro territorio, una parte del merito è anche dei prodotti che richiamano direttamente i valori ambientali ed di artigianalità», sottolinea Stefano Massa, ai vertici con il fratello Sergio, dell’azienda sorrentina. D’altra parte i numeri della «qualità in tavola» in Campania parlano chiaro. La regione vanta ben otto prodotti a Denominazione di origine protetta riconosciute dall’Ue, tra i quali la mozzarella di bufala, il pomodoro San Marzano, oltre agli oli extravergine di oliva. E sempre otto sono i prodotti ad Indicazione geografica protetta, tra i quali si registrano la mela annurca, il limone di Sorrento e quello di Amalfi, il carciofo di Paestum. «Senza dubbio il patrimonio regionale di prodotti tipici è ampio da essere una delle premesse per lo sviluppo della gastronomia di qualità. D’altra parte, però, è innegabile che la grande gastronomia costituisce la vetrina d’eccezione per le specialità alimentari e per la tutela delle lavorazioni artigianali», evidenzia Livia Iaccarino del don Alfonso 1890, il ristorante di Sant’Agata sui due Golfi che costituisce la punta di diamante della gastronomia regionale avendo fatto oltre trent’anni fa da apripista alla ristorazione di qualità dell’intero Mezzogiorno. (Francesco Aiello il Mattino)

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