domenica 4 aprile 2010

Inquinamento marino, sequestrata lavanderia industriale

Vico Equense - Brillante operazione dei militari della capitaneria di porto che mettono le mani su una lavanderia industriale che da mesi e con puntualità sconcertante sversava detersivi nel Rivo d’Arco in località Seiano contaminando le acque vernotiche che sfociando in mare determinavano enormi chiazze di schiuma che con il favore delle correnti invadevano anche gli specchi d’acqua dei litorali vicini. L’intervento è stato condotto dalla guardia costiera coordinata dal comandante Demetrio Antonio Raffa della capitaneria di porto di Castellammare di Stabia in seguito ad una attività di indagine scaturita dalle continue segnalazioni di Claudio d’Esposito, presidente del wwf sezione penisola sorrentina, che la settimana scorsa aveva prodotto un dossier inviato alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata documentando un triste fenomeno di inquinamento che aveva invaso lo specchio d’acqua addirittura da Vico Equense a Massa Lubrense toccando anche le acque della riserva marina protetta di Punta Campanella. Un vero e proprio plotone costituito da militari della guardia costiera, funzionari dell’ufficio tecnico del Comune di Vico Equense, personale e tecnici della Gori spa, hanno battuto metro dopo metro l’alveo del Rivo d’Arco, dove era stata documentata la presenza di detersivi che avevano conferito all’acqua un colore azzurrognolo, risalendolo dalla foce fino al punto in cui è stato individuata la causa del fenomeno. I militari hanno colto in flagrante lo scarico industriale di una lavanderia situata nelle vicinanze denunciando in stato di libertà con l’accusa di inquinamento e deturpamento di sito naturale sottoposto a vincoli ambientali il titolare dell’impianto e mettendo sotto sequestro i macchinari della lavanderia, comprese tre grosse lavatrici che anziché essere collegate all’impianto fognario sversavano i reflui direttamente nelle condotte pluviali per le piogge meteoriche inquinando con i detersivi le acque del Rivo d’Arco. Il pronto intervento dei tecnici dell’Arpa ha infine certificato lo stato di salute inquinante del Rivo d’Arco e della foce indicando la lavanderia industriale come artefice del danno. Si tratta del primo duro colpo inferto agli speculatori di turno alle porte di una stagione estiva che rischia di ripetere il dramma dello scorso anno. Attività ristoratrici e trattorie dei borghi di Marina di Seiano e di Marina d’Aequa a Vico Equense sono già sul piede di guerra minacciando forti ripercussioni nei confronti dei responsabili. All’erta anche i titolari degli stabilimenti balneari che proprio la scorsa stagione estiva ed a causa dei continui fenomeni di inquinamento del mare avevano lamentato notevoli perdite di clienti e bagnanti. Sul piede di guerra era sceso in prima persona anche il sindaco di Vico Equense, Gennaro Cinque, che aveva minacciato di costituirsi parte civile con il Comune chiedendo danni principeschi ai responsabili delle malefatte. Dal canto suo la guardia costiera procede con capillari ispezioni sul territorio per la salvaguardia dell’ecosistema marino come forza trainante dell’economia balneare dell’intera penisola sorrentina. Negli ultimi due mesi dello scorso anno proprio i militari della capitaneria di porto identificarono e sequestrarono due oleifici, il primo a Sant’Agnello ed il secondo a Massa Lubrense, ritenuti responsabili di sversamenti abusivi in mare aperto di decine di migliaia di litri di liquidi provenienti dalla molitura delle olive e che avevano determinato una gravissima alterazione morfologica delle acque del golfo di Sorrento. (di Vincenzo Maresca il Giornale di Napoli)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Chi ben sa i fatti sa benissimo che il d'esposito non ci azzecca niente se non per il suo amico giornalista indefesso. la storia delle macchie di acqua colorate era stata messa nel mirino circa un mesa fa allorquando nel mezzo di una manifestazione pubblica il sindaco e il comandante de martino affrontarono insieme alla arpa-c, in seguito a forti piogge localizzate, un problema similare. si decise allora insieme al comandante raffa che qualcuno aveva passato il segno della minimale decenza e che si sarebbe intervenuto con la calma necessaria affinchè l'inquinatore si sentisse impunito. da qui nasce la cosa, dalle persone che fanno non da quelle che guardano "i diti" invece che la luna (nel pozzo).

Anonimo ha detto...

Un pò di consecutio temporum e di regole di grammatica ? No he?