giovedì 15 aprile 2010

«Dimissioni? Non pago il conto di una sconfitta nata dal passato»

Regione Campania - Anticipa subito che stasera in direzione farà «una relazione lontana da autoassoluzioni». Ma a chi in queste ore ne ha chiesto le dimissioni da segretario, risponde: «Mai pensato di essere l’uomo della provvidenza. Di errori ne ho commessi ma la fine di 15 anni di un ciclo politico è un conto troppo salato da pagare solamente da chi è stato eletto a novembre», spiega Enzo Amendola. Doppia sconfitta: il Pd sembra in piena impasse. «Ho preso il partito a ridosso delle Regionali ma mi sento responsabile, come tutti, di una sconfitta che ha ragioni profonde. Sono abituato a metterci la faccia e lo farò anche in direzione. Perché la sconfitta ha varie cause. A cominciare da una sfiducia nell’azione amministrativa del centrosinistra per una mancata spinta alla modernizzazione e alla riforma di comparti decisivi per le politiche regionali. A ciò si aggiunge una trasformazione del quadro politico: il passaggio nel centrodestra delle forze moderate che ora sono determinanti per Caldoro». Qualcuno dice: colpa dell’assenza di vertici napoletani pd. «Il Pd è stato governo regionale nell’immagine dei cittadini e, quando si è sconfitti, è ovvio che l’analisi bisogna concentrarla lì, dallo scollamento tra l’azione amministrativa e le aspettative dei cittadini. Finito il congresso a novembre era chiaro a tutti che un ciclo politico era finito, che c’era una disaffezione rilevata dai sondaggi e che il Pd ancora non era radicato. Io non evito la critica e credo sia stato un errore di molti decidere di non fare i congressi ma mi sembra assai riduttivo spiegare così la sconfitta». Si sono perse sia la Regione che roccaforti rosse. «Le avvisaglie già alle Provinciali. E neanche una coalizione più ampia ha evitato gli errori del passato». L’ombra di Bassolino e il nuovo ruolo di De Luca. Sarà ancora guerra interna? «Sono allergico a un Pd giocato sui personalismi e sono stufi anche De Luca e Bassolino di questa rappresentazione. Abbiamo da rafforzare il profilo del ”noi”, mettere al centro i circoli, impostare il lavoro con un’assemblea programmatica sulle grandi questioni della regione e avere un’agenda che ascolti chi non ha voce». Al governo per anni, dimenticato come si fa opposizione? «La faremo senza rinunciare alla cultura di governo. Senza demagogia e facendo i conti con la crisi. Ma a Caldoro chiederemo scelte su riforme chiare e nette». Ora si vota a Napoli, preparati?. «Il Pd ha subìto terremoti: scissioni, conflittualità esasperate e discussioni autoreferenziali. Adesso si riparte, con segnali positivi di militanza che abbiamo già visto in questa campagna con De Luca». Primarie per i candidati sindaci del 2011? «Con i congressi vogliamo uscire da una situazione emergenziale, portare alla normalità la vita democratica del Pd. Da tempo lo stiamo facendo, insieme a chi lavora senza risparmiarsi con me tipo Ciro Cacciola e Mimmo Tuccillo, per costruire nuovi gruppo dirigenti provinciali. Saranno loro a decidere tempi e modi ma io, è noto, sono per le primarie di coalizione». Con gli stessi tempi del candidato governatore? «No, stavolta con largo anticipo». (Adolfo Pappalardo il Mattino)

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