sabato 10 aprile 2010

De Luca: puniti perché abbiamo governato male

«Abbiamo perso perché abbiamo governato male». E ancora: «Non ho intenzione, perché non mi interessa, fare la storia del passato. Concludiamo in maniera negativa un ciclo. Con la sanità commissariata, i fondi europei al palo, la burocrazia peggiore e più lenta e non per colpa dei funzionari regionali». Vincenzo De Luca torna a Napoli da capo dell’opposizione. Una riunione con imilitanti che lo hanno sostenuto, che ha tutta l’aria di una seduta di autocoscienza collettiva. Il trainer De Luca cerca di motivare un Pd sfilacciato, demotivato, in cerca d’autore. E una coalizione che barcolla. Sinistra e Libertà, con Peppe De Cristofaro, lancia le primarie a Napoli per scegliere da subito il candidato a sindaco. Il rutelliano Bruno Cesario gli risponde caustico: «Ma quali primarie. Con le primarie si perdono tutte le elezioni successive». In sala mancano i bassoliniani e manca anche il segretario regionale del Pd, Enzo Amendola impegnato nell’ultima battaglia dei ballottaggi, quella di Pomigliano. La campagna elettorale per Palazzo San Giacomo è già cominciata. «Suggerisco all’amministrazione un programma di lavoro realizzabile in un anno— spiega —. In ogni quartiere, nessuno escluso, un progetto importante, che sia visibile, che resti. Siamo in grado di farlo? Penso di sì. Perché se non avremmo cose nuove, la battaglia sarà difficile. La partita per ora non è chiusa, ma dobbiamo bruciare i tempi. Poi penseremo ai candidati». Snocciola ancora una volta, il capo dell’opposizione-sindaco, i dati elettorali città per città. «Lo straordinario voto di Napoli», una distanza di appena due punti dal neopresidente Caldoro, «possibile perché nelle realtà urbane il voto di opinione esiste ed è passato con più facilità il nostro messaggio». Il problema è la coalizione, anche in città c’è una distanza di nove punti dal centrodestra, «drammatico». Dunque avverte: «Chi si vuole vendere, si venda e se ne vada. Non correremo dietro a nessuno. E se qualcuno vuole fare correnti e sottocorrenti se lo scordi. Ci vuole un rinnovamento radicale delle forze politiche. Una stagione si è chiusa, ma c’è spazio per tutti quelli che guardano in avanti, no per quelli che guardano al passato». Messaggio chiaro? Tanto per non farsi mancare niente, De Luca infila, poi, una sequela di frasi ad effetto. Sulla magistratura: «Che deve essere autonoma. Ogni politico deve farsi giudicare. Ma l’idea che ci siano dei funzionari dello Stato che non rispondono a nessuno di quello che fanno non va più». Sul federalismo: ««È evidente che siamo di fronte a una gigantesca discriminazione. Quando si dice che ci guadagnano tutti è evidente che non è così. Non ci guadagna il Sud perché altrimenti non avremmo questa battaglia pilotata dalla Lega Nord. Per il resto sono il più interessato a una linea di federalismo rigoroso. Se la sfida è avere le stesse risorse per ogni cittadino italiano, io sottoscrivo 100 volte questa riforma. Ma ho il sospetto che non sarà così». Sul partito del Sud: «No grazie, sono internazionalista». Sul nucleare: «Manterremo la parola data. No alle centrali» (di Simona Brandolini da il Corriere del Mezzogiorno)

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