venerdì 2 aprile 2010

Dal Faito ai Lattari, la mappa dei sentieri killer

Ogni anno almeno dieci persone incorrono in pericoli lungo le strade abbandonate di montagna

Castellammare di Stabia - Con l'arrivo della primavera torna nell'area stabiese l'allarme per la sicurezza sui sentieri. Gli escursionisti si preparano ad inaugurare l'anno di visite e gite ma, allo stesso tempo, crescono le raccomandazioni per evitare nuovi incidenti sulle montagne comprese tra il territorio di Castellammare, della penisola sorrentina e dei Lattari. Nelle menti degli addetti ai lavori sono ancora impresse infatti le ultime due tragedie verificatesi sul Faito, dove la scorsa estate perse la vita un turista americano, e (versante Agerola) sul Sentiero degli Dèi, dove negli ultimi dodici mesi si sono registrati almeno tre incidenti gravi. Il tratto che fa paura è quello compreso tra la Casina reale dei Borbone alla vetta del monte Faito. Una strada lunga 12 chilometri, sul costone stabiese del monte, un tempo percorsa da residenti e visitatori in trenta minuti senza alcun disagio e nessun pericolo, scompare dagli itinerari turistici a causa dell'incuria e fa tremare il centro abitato situato pochi metri più giù. Il degrado della strada - che potrebbe essere una delle tante risorse turistiche del territorio stabiese che comprende mare e montagna - però passa in secondo piano, lasciando spazio alla paura e all'allarme idrogeologico, non appena le piogge invernali cominciano a bagnare i terreni del monte. Intanto, proprio per raggiungere l'obiettivo sicurezza, negli ultimi giorni è stato presentato il progetto Ri-scopriamo il Faito, finanziato con 70mila euro di fondi europei dal Centro Sociale del Volontariato di Napoli. Un programma biennale che vede la sinergia di tre organizzazioni del terzo settore impegnate nel volontariato e nella promozione delle risorse ambientali del Faito da rivalutare a livello di fruizione pubblica e da trasmettere ai giovani studenti attraverso la collaborazione di più generazioni. Primo punto dell'ambizioso programma, che vede la collaborazione tra l'Avf, Associazione volontari del Faito, Unitre, Università delle tre età di Vico Equense, e della onlus La Città del sole, è il ripristino del sentiero tra Monte Faito e Moiano, l'antico percorso denominato Chiaiara che collega l'area del centro sportivo del Faito con quella di casa Apuzzo a Moiano. Un tracciato lungo cinque chilometri che si snoda tra uliveti, macchia mediterranea, faggeta e pineta, con tratti sterrati e altri a fondo roccioso, che in pratica è da anni in stato di quasi abbandono e che merita di essere riscoperto per la sua valenza ambientale e storica. I volontari del Faito ripristineranno l'antico tracciato liberandolo da rovi ed erbacce e da pietre cadute dopo gli ultimi incendi nell'area, e posizioneranno staccionate in legno per mettere in sicurezza il percorso. Uno sforzo istituzionale è richiesto anche sui Lattari per la sicurezza del sentiero degli Dèi. A tal proposito è prevista per le prossime settimane una riunione tra i rappresentanti dell'amministrazione comunale di Agerola e le associazioni. All'ordine del giorno la sicurezza sulla principale montagna del comprensorio stabiese - sorrentino - amalfitano. (Antonio De Simone Cronache di Napoli)

2 commenti:

roberto megnucci ha detto...

sNon è possibile che una località dove ancora si può passeggiare e rilassarsi viene in un modo o in un'altro classificato zona da evitare.Sono una persona che non ama molto il cosidetto sud ma che sul monte faito ci va in ferie perchè ha trovato un posto meraviglioso. con gente che si può definire familiare, i fatti che vengono dichiarati sono successi molto tempo fà,basti pensare che muoiono più persone nelle città e nessuno ne parla,c perche ci si deve accanire su un posto che ancora è rimasto come era e come si viveva tanti anni fà quando si stava bene.Fatela finita e cercate di risolvere i problemi importanti e non incidenti di anni dietro riportati in auge per interessi di qualche persona.

Anonimo ha detto...

E' vero, sul Monte Faito ci sono stati degli incidenti, anche gravi,allora vorrei sapere come mai si ripristina il sentiero meno conosciuto e battuto da locali e turisti, che conoscono e cercano il sentiero che porta al molare e alla conocchia e non quello di chiaiaro.
Non avrebbe più senso mettere in sicurezza il sentiero che l'articolo definisce "killer",per far in modo che queste cose non accadano più!
Forse qualcuno non sa che i sentieri di questa montagna sono percorsi ogni anno da molti stranieri che la amano molto forse più di noi, allora perchè non fare di più dove serve ed evitare questi titoli troppo pesanti, che servono solo ad attirare voci negative su questo spettacolo della natura che è Faito ai più
sconosciuta!